ANCONA- La plastica in mare è un problema. La questione è nota da tempo e, come denunciato da numerose associazioni ambientaliste, sta diventando una vera e propria emergenza. Le Marche, recependo la direttiva UE sulla raccolta delle plastiche, saranno una delle prime regioni in Italia a dotarsi di una specifica legge per la lotta contro l’inquinamento da questo materiale. La Pdl sarà discussa in Consiglio regionale. Tra l’Assessorato all’Ambiente e la Coldiretti-Impresapesca, nei mesi scorsi si sono svolti numerosi incontri propedeutici al nuovo strumento normativo che prevede, tra le varie misure, anche una premialità tariffaria per le imbarcazioni che riportato a terra rifiuti. La Legge mira a controllare e a ridurre l’immissione di plastiche a mare sia derivanti dalle attività della pesca e dell’acquacoltura che quelle provenienti dalle attività a terra. Incentiverà i pescatori marchigiani a liberare l’Adriatico dalla plastica.
«C’è l’intenzione ad arrivare a una soluzione che preveda anche l’istituzione di isole ecologiche, assenti nella maggior parte dei porti, per controllare e tracciare i rifiuti che arrivano– spiega Tonino Giardini, responsabile nazionale Impresapesca –. Si tratta di strutture gestite dove si riesce ad identificare il rifiuto e quindi a tracciarlo. Oggi i pescherecci che con le loro reti catturano e portano a terra plastiche sono costretti a pagare le tasse di smaltimento. Una bottiglia presa in mare viene trattata come rifiuto speciale con i costi che ne conseguono a carico delle imprese mentre se viene raccolta sulla spiaggia, allora si tratta di semplice plastica e può essere buttata negli appositi contenitori. È necessario normare questo settore per facilitare la raccolta e la ricollocazione, i pescatori devono sapere dove buttare il rifiuto».
Nelle Marche ci sono oltre 800 imprese di pesca e la Pdl tiene conto delle istanze dei pescatori. «Pensiamo di aver lavorato in maniera adeguata e che la nuova legge darà risposte alle esigenze e alle richieste che provenivano da vari comparti del nostro settore. Auspichiamo che entro fine anno la norma possa giungere alla sua approvazione» afferma Giardini.
Le plastiche in mare sono uno dei problemi dell’inquinamento mondiale, la quantità di questo tipo di rifiuto è incalcolabile e per smaltirlo occorrono centinaia e centinaia di anni. Spesso la plastica arriva in mare trasportata dai fiumi oppure se viene gettata sulla spiaggia viene trasportata dalle onde.
Intanto, all’atto dell’approvazione della Risoluzione da inviare al Parlamento Europeo sulla riduzione dei rifiuti plastici conferiti dalle navi e sugli impianti portuali di raccolta, è stata recepita la proposta del capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi. La sua raccomandazione sarà inserita tra le azioni del prossimo FEAMP (Fondo Europeo per la Pesca), in programmazione a Bruxelles.
«Nella sezione riservata agli incentivi ho inteso promuovere azioni di sostegno per la riconversione di imbarcazioni di pesca o l’avvio di nuove attività finalizzate alla raccolta in mare di rifiuti. In particolare parlo dei rifiuti plastici e soprattutto delle microplastiche, nell’ottica della riconversione di attività tradizionali, spesso non più remunerative, in iniziative imprenditoriali ad alto valore aggiunto ambientale- spiega la Leonardi-. Ho inteso ribaltare la questione da problema ad opportunità: fermo pesca e perdurante crisi del settore stanno mettendo in ginocchio la pesca, portando alla chiusura dell’attività
dei cosiddetti “piccoli pescatori”. Occorre pertanto agevolare, quando possibile, una riconversione delle attività in azioni buone per l’ambiente e che siano anche un volano per la crescita economica e per l’occupazione anche nella nostra Regione».