ANCONA – Un’altra soluzione, per i platani di via Marconi, sarebbe stata possibile. A dirlo, è Matteo Fogaroli, anconetano di 35 anni, affermato architetto del paesaggio. Fogaroli, dopo essersi formato in questo settore, esercita la professione a Vilnius, in Lituania, dove vive. Raggiunto telefonicamente da Centropagina.it, ci fornisce la propria opinione su una vicenda che sta interessando uno dei quartieri storici di Ancona, il Rio’ de j Archi.
«Personalmente, avrei evitato l’espianto dei platani e questo sarebbe stato possibile» – sostiene l’esperto. «Da quanto ho capito – dice – non è prevista la riduzione della carreggiata in via Marconi, quindi non capisco a cosa serva togliere quelle piante. Non discuto sulle scelte del Comune, ma questo intervento, alla luce delle richieste degli abitanti, forse si poteva gestire in altro modo, magari anche coinvolgendo ulteriormente la comunità».
Una comunità di residenti che, va detto, è scesa in piazza più volte contro la decisione dell’amministrazione, sostenuta da “Il pungitopo-Legambiente” e “Italia nostra”. «Circa la scelta delle alberature – sottolinea Fogaroli – si deve tener conto dell’aspetto estetico, della qualità dell’aria, della salute e del benessere di chi risiede in via Marconi. I platani, alberi alti e imponenti, sono adatti a quella strada che unisce la stazione al centro, passando per il porto. Senza considerare i benefici per il rinfrescamento degli edifici: l’ombreggiamento delle piante, infatti, creerebbe un microclima ideale, tale da ridurre i costi di raffreddamento degli appartamenti».
È quanto, tra l’altro, sostiene anche la presidenza del Pungitopo, che aveva proposto, al più, di rimpiazzare i platani con querce e bagolari, piante autoctone della zona adriatica. Invece, la scelta del Comune è ricaduta su alberi da fiore, meli e peri, molto più piccoli dei platani. «Degli alberi da fiore beneficerebbero solo i residenti ai primi piani, viste le loro dimensioni ridotte. Al contrario, i platani fanno ombra pure ai piani alti. E ciò ha conseguenze sul valore del mercato immobiliare». Inoltre, per l’architetto, i platani, caratterizzati da un’ampia superficie fogliare, intercetterebbero parte delle piogge. Un beneficio, questo, per la gestione naturale delle bombe d’acqua. Insomma, «più estesa è la foglia (e la chioma) di un albero, maggiore è l’intercettazione di acqua e polveri sottili, soprattutto in una via trafficata».
La soluzione sarebbe potuta essere ben diversa dall’abbattimento dei platani, che sta avvenendo in questi giorni: «Integrare i platani con alberi da fiore, per migliorare il comfort climatico. Difatti, per via dei venti, in via Marconi si crea un effetto tunnel. Le raffiche di vento possono incanalarsi nella via non rendendola confortevole ai pedoni. E i platani, insieme ai ciliegi da fiore, mitigherebbero la potenza del vento e le temperature sarebbero meno rigide».
Probabilmente, a far scegliere peri e meli è anche la minor difficoltà nella potatura, per il Comune, viste le loro dimensioni ridotte. A proposito di potature, l’amministrazione, sta intervenendo al parco Verdemare di Collemarino e al Belvedere di via Lambro. Dalla fine dell’estate ad oggi – si legge in una nota del Comune – sono stati potati oltre 100 alberi. L’attività proseguirà anche nei prossimi mesi con particolare attenzione per quegli alberi che manifestano necessità di opere urgenti valutate, di volta in volta, dalla Direzione verde pubblico.