ANCONA – «Che il PNRR rappresenti un’occasione storica per il nostro Paese anche per la nostra Regione è noto a tutti e questo vale soprattutto per gli obiettivi ambiziosi della Missione 6 sulla sanità». È la premessa della presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil sul tema. Un affondo alla Regione per sollecitarla a individuare investimenti e strategie.
«Sono stati assegnati i primi 182 milioni di euro alla Regione Marche per la realizzazione degli interventi sulla sanità ma sul loro utilizzo concreto nessuno sa cosa stia facendo la Regione – scrivono i sindacati -. Siamo fortemente preoccupati di questa situazione visto che finora s’ignora completamente quali siano le analisi, le idee, le scelte e i progetti che la Regione dovrebbe mettere in atto attraverso le misure del PNRR. I casi sono due, o si sta decidendo tutto all’interno delle segrete stanze dei palazzi regionali, senza la garanzia della benché minima trasparenza e partecipazione, o siamo di fronte a un pericolosissimo immobilismo che segnerà pesantemente il futuro della sanità marchigiana. Immobilismo, silenzio e ritardo sconcertanti, visto che entro il 28 di febbraio 2022 la Regione dovrà presentare al Ministero i suoi progetti».
Dei 182 milioni destinati alle Marche, spiegano ancora Cgil, Cisl e Uil, «circa 72 sono destinati ai servizi territoriali e in particolare 42,5 milioni sono destinati alla realizzazione di 29 Case della Comunità e 23, 2 milioni per 9 Ospedali di Comunità. Le prime dovranno essere luoghi delle cure primarie e strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici con la presenza di equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, psicologi, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, ecc. Gli Ospedali di Comunità, che avranno da 20 a 40 posti letto, saranno strutture per pazienti che necessitano di interventi sanitari di media o bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Sono queste due aree d’intervento cruciali per un primo, reale, potenziamento dell’assistenza territoriale che nelle Marche presenta oggi lacune ben più significative di quella rete ospedaliera, su cui si è concentrata, pressochè esclusivamente, la comunicazione della Regione in questi mesi».
Proseguono i sindacati: Ci sono poi 5,1 milioni di euro destinati alla realizzazione di 15 centrali operative territoriali, con il compito di coordinare le attività distrettuali, e 0,7 milioni per la sistematizzazione dei flussi informativi. Ci sono poi consistenti risorse destinate all’adeguamento strutturale, tecnologico e digitale della rete ospedaliera: 36,6 milioni per la digitalizzazione, 27,6 milioni per il rinnovo delle grandi apparecchiature e 48,4 milioni per gli adeguamenti antisismici. Si dovrà poi aumentare il volume dell’assistenza domiciliare fino a prendere in carico entro il 2026 il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti: 40 mila prese in carico, contro le attuali 15 mila. Perché si possano utilizzare le risorse del PNRR assegnate alle Marche è necessario decidere rapidamente dove costruire o adeguare gli edifici e soprattutto dove trovare il personale necessario a rendere operative le strutture. Occorrerà poi formare gli infermieri di famiglia e di comunità e definire nuovi accordi con i medici di medicina generale perché vadano a lavorare in equipe nelle Case di Comunità. Bisognerà decidere come intervenire nella rete ospedaliera».
Dunque, entro il 28 febbraio, specificano le tre sigle sindacali, «la Regione dovrebbe fare scelte importanti e dovrebbe farlo in modo trasparente e partecipato, ma delle scelte in trasparenza, tantomeno della partecipazione, non c’è al momento alcuna traccia. Ci preme poi ricordare al Presidente Acquaroli che in base al Protocollo per la partecipazione e il confronto sul PNRR recentemente sottoscritto dalla Presidente del Consiglio e dai Segretari di CGIL CISL UIL, dovranno essere attivati e convocati con regolarità Tavoli regionali nei quali sia dato conto delle ricadute sociali, economiche e occupazionali degli interventi del PNRR di competenza delle Regioni. Tavoli che chiediamo vengano attivati al più presto, perché come abbiamo già detto, il tempo corre e con esso le risorse e gli investimenti del PNRR».