ANCONA – Domani, giovedì 10 gennaio, si tiene alla Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche (Aula Q), alle ore 16.30, un incontro aperto sulla medicina narrativa integrata con le cure palliative. Obiettivo:far conoscere la medicina narrativa integrata con le cure palliative, un modo diverso di affrontare la morte con dignità e rispettando, le volontà e i tempi che vengono scelte dai pazienti. Ospiti di questo appuntamento gli autori del libro “In modo giusto” Marta De Angelis e Paolo Trenta (Emmebi Edizioni Firenze). Intervervengono anche Erica Adrario profssoressa di Anestesia Rianimazione Univpm, Fulvio Borromei presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Ancona, Marcello D’Errico preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Univpm, Massimiliano Marinelli docente di Medicina Narrativa Univpm e Cristina Marmorale presidente del corso di laurea Medicina e Chirurgia Univpm.
Marta De Angelis è una palliativista che lavora all’Hospice di Spoleto e nelle cure domiciliari, Paolo Trenta è il presidente dell’Osservatorio di Medicina Narrativa Italiana e si occupa della formazione di professionisti della cura.
Il libro “In modo giusto” è strutturato in due parti. Nella prima Paolo Trenta esamina come società e culture abbiano affrontato il tema della morte e della sofferenza, illustrando come ogni persona abbia sempre pensato a questi argomenti, e alla fine della propria vita.
La medicina narrativa, una pratica clinica basata sulle narrazioni delle esperienze di malattia, sull’ascolto e sul dialogo, integrata con le cure palliative che danno sollievo anche quando non si può più guarire, viene presentata nella ultima parte della prima sezione del libro come una possibile strada per un fine vita dignitoso, scelto, condiviso e non imposto da procedure spesso disumane in condizione di angosciosa solitudine.
Nella seconda parte, Marta De Angelis introduce alla storia e alle basi teoriche delle cure palliative e evidenzia come esse, se tempestive, «possano costituire un approccio che prenda in carico globalmente il paziente e la sua famiglia, non solo quindi gli aspetti fisici, ma anche quelli emotivi, culturali, spirituali e sociali. Queste cure però devono essere iniziate non solo alla fine della vita, ma prima integrandole con le cure tradizionali». Alla fine del libro sono riportate esperienze vere di medicina narrativa.