ANCONA – Carlo Ciccioli è il primo europarlamentare di destra della storia delle Marche in Europa. Stamattina nella sede di Fratelli d’Italia in corso Mazzini ad Ancona ha parlato del suo successo e di quello del suo partito, della politica che intende portare avanti in Europa, del suo impegno, soprattutto in chiave macroregione Adriatico-Ionica. «La missione impossibile è diventata possibile e realizzata, abbiamo ottenuto un grande risultato – ha detto Ciccioli –. Nelle Marche e nell’Italia centrale. Nelle Marche 216mila voti e il 33%, un marchigiano su tre ha votato il nostro partito e questo è un risultato politico che è un dato anche di giudizio. Perché sono state dette tante cose sul governo Acquaroli, ma un conto sono le chiacchiere e un altro è come stanno le cose. La salute della coalizione è buona, non solo nelle Marche. Anche Forza Italia e Lega hanno mantenuto i risultati degli ultimi anni».
Poi Carlo Ciccioli s’è soffermato sulla sua elezione al parlamento europeo: «Risultato straordinario. E’ vero che nel Lazio vivono 400mila discendenti di marchigiani, e devo dire che ho trovato molta solidarietà tra i marchigiani di Roma. Ma questo non basta: sono il primo europarlamentare eletto a destra nelle Marche nei 45 anni di parlamento europeo, dal 1979. Abbiamo rotto questo incantesimo. Voglio trasmettere a tutti la mia idea di non fare politica da solo. Ringrazio il gruppo della Regione Marche che mi ha dato una grande mano, ringrazio la città di Ancona, perché la maggioranza di centrodestra di Ancona mi ha aiutato, e non parlo solo del mio partito. Quest’idea che la politica non si fa da soli è una visione che fa parte di un partito serio. Il successo di Giorgia Meloni è dovuto a un gruppo dirigente che riesce a fare molte cose, lo stesso per quello di Francesco Acquaroli. Il concetto di squadra è fondamentale e cercherò di portarlo a tutti i costi in Europa. Se in Europa faremo squadra potremo cambiare le cose, questo è il mio impegno».
E poi l’obiettivo al parlamento europeo: «L’Europa fino ad oggi è sempre stata rappresentata da esponenti politici di grandi città. Vorrei portare la provincia, i territori, le periferie, le grandi assenti dell’Europa dei grandi numeri. In Italia esistono 108 capoluoghi di provincia, solo otto sono le grandi città, ma cento sono le città di provincia dove vivono cinquanta milioni di persone sui 58 complessivi della popolazione italiana. Le loro istanze, le esigenze, la visione, l’identità, questa è la prima cosa. Poi vorrei collegare di più l’Italia con l’Europa. Ovviamente anche la nostra regione». Poi Ciccioli ha parlato approfonditamente del tema della macroregione Adriatico-Ionica: «Per me sarà la nostra battaglia in questi cinque anni, una macroregione che non è stata mai declinata, ma approvata nel 2015. Abbiamo rinunciato a centinaia di milioni di euro, non noi delle Marche, ma in tutto il territorio interessato. Esiste un modello, che è quello quello della regione baltica, già decollata. Vorrei portare questo modello in quella che fu l’area dell’antichissima repubblica Serenissima di Venezia. Ci dovremo lavorare molto, con Ancona capofila dei porti dell’Adriatico. Questo è il mio obiettivo. L’Europa deve voltare pagina, è nata con un peccato originale, cioè di essere stata un organismo economico. Vorrei un’Europa più dei popoli. In questi ultimi decenni è stata l’Europa del nord, Germania, Olanda, Francia del nord, invece vorrei un’Europa più mediterranea, che guarda l’Africa, il continente più ricco e più povero del mondo».
In Europa con la sua visione europea, naturalmente. Così risponde all’appello dell’ex europarlamentare Luciana Sbarbati: «Ho una mia visione dell’Europa, non vado in Europa per mutuare il punto di vista dell’Europa che c’è – ha concluso Carlo Ciccioli –. E’ un’altra Europa quella a cui penso. La Sbarbati mi ha lanciato un appello per lavorare insieme. L’appello è già accolto. Però si lavora con la mia visione. Se devo andare in Europa a fare quello che hanno fatto loro allora sto a casa».