ANCONA – «Estromettendo Yasmin Al Diry dall’Amministrazione comunale (che una volta nominata assessore, non può più tornare ad essere neppure consigliere), l’attuale Sindaco tradisce le 190 persone che hanno votato Al Diry e rinnega questi 190 voti che la stessa Signorini ha incassato per diventare Sindaco. Non è certo un fulgido esempio di rispetto della democrazia e del voto popolare». Matteo Astolfi, capolista ed ex consigliere comunale di Falconara in Movimento e marito di Yasmin, ha deciso di intervenire dopo che il sindaco Stefania Signorini ha ritirato tutte le deleghe all’ormai ex vicesindaco Yasmin Al Diry.
«La Signorini dimentica, troppo facilmente, – dichiara Astolfi – il fatto che la Al Diry è stata eletta come consigliere comunale con un ampio consenso da parte dei cittadini ( la prima donna più eletta della coalizione) e ha portato un consistente bottino di voti che hanno consentito alla Signorini di diventare il Sindaco. Quindi a differenza degli altri componenti di Giunta nominati solo per fiducia personale dalla Signorini, questa nomina aveva anche un valore politico e di rilevanza democratica». Le ragioni della decisione della Signorini, come dichiarato in una nota dall’Amministrazione, sarebbero «la poca attitudine di Al Diry a collaborare con il resto della squadra, un atteggiamento sempre più autoritario e poco propenso al dialogo e il fatto che nelle ultime settimane si sia sottratta al confronto con il sindaco e con gli altri assessori, non partecipando alle sedute di Giunta e di Consiglio comunale».
«È evidente – replica Astolfi – che le poche assenze in Giunta e in Consiglio (limitate solo alle ultime 3 settimane) inoltre sempre giustificate per importanti impegni personali o istituzionali, sono solo la impacciata giustificazione di un progetto architettato per estromettere chi non esegue supinamente gli ordini della “donna unica al comando“. Per non parlare della montatura inventata sull’atteggiamento autoritario e il poco dialogo dell’ex Vice, invece l’opinione pubblica dovrebbe sapere che proprio la mancanza di dialogo e l’autoritarismo sono il filo conduttore della Sindaca Signorini, basti evidenziare che dall’inizio del mandato è stata convocata una sola riunione del Sindaco con le liste che l’hanno appoggiata alle elezioni e l’hanno fatta vincere, oppure che molte delle scelte eseguite dalla Sindaco non hanno avuto condivisione con la maggioranza di governo, alcune in contrapposizione o addirittura all’insaputa di Consiglieri e/o Giunta.
Considerato quindi che le motivazioni addotte dal Sindaco sono menzoniere e, se è vero, come dice la Signorini, che le motivazioni addotte dall’ex Vice Al Diry sono solo un pretesto, allora ne consegue in maniera logica che la reale motivazione è riconducibile al solo fatto che la Al Diry risultava scomoda perché non era disposta ad accettare compromessi al ribasso, non voleva rinnegare le promesse fatte ai cittadini falconaresi in campagna elettorale, non accettava di barattare la dignità per un qualche interesse personale. In conclusione, la scelta fatta dalla Sindaca Signorini è certo burocraticamente ineccepibile, ma indubbiamente e moralmente aberrante. La Sindaca si è intascata facilmente i voti dei cittadini con l’aiuto e la presenza di diversi sostenitori, tra cui la sua ex Vice Al Diry, ma con altrettanta facilità queste persone vengono estromesse o ignorate quando le loro azioni/idee non sono perfettamente in linea con la Sindaca. I cittadini hanno adesso capito lo spessore istituzionale e politico di questa Sindaca, a loro spetta il giudizio finale».
La Al Diry, all’indomani della scelta del Sindaco aveva già replicato, denunciando il fatto di aver «appreso con rammarico la notizia solo dai giornali» e che il «comunicato scritto dal Sindaco è in gran parte falso e travisa la realtà dei fatti». Oggi ha deciso di intervenire il marito, che con una nota ha voluto chiarire anche «la genesi e la paternità della lista Falconara in Movimento», dopo che ieri è stato indicato il nome di Romolo Cipolletti, scaturito dal confronto tra il sindaco Stefania Signorini e il gruppo di Falconara in Movimento, per subentrare a Yasmin in Giunta. «Innanzitutto – spiega Astolfi – la lista Falconara in Movimento nasce nel 2013 da una geniale intuizione dell’ex Sindaco Goffredo Brandoni che mi propose di fare il Capolista della nuova lista civica (dopo 5 anni di governo al suo fianco). Ci incontrammo varie volte io e Brandoni per decidere il nome della lista, il simbolo e la conformazione della lista, nel frattempo il nome di Romolo Cipolletti emerse proprio dal Sindaco Brandoni solo a seguito della disponibilità e volontà manifestata spontaneamente dallo stesso Cipolletti. Da qui inizia il percorso di F.I.M. e del suo simbolo che non venne mai depositato formalmente ad eccezione della necessaria presentazione della lista per le elezioni, ma che non ne presuppone la titolarità in capo a nessuna persona fisica o giuridica, a differenza di quanto accade per i partiti tradizionali. Nel 2018, il sottoscritto è stato il Committente responsabile della campagna elettorale della lista nonché l’estensore, il coordinatore e il capolista, mentre Cipolletti è stato solo il firmatario per la presentazione della lista all’ufficio elettorale».