ANCONA- Il “modello Ancona” diventa un caso per questo il sindaco Valeria Mancinelli ieri (7 luglio) è stata chiamata a parlare all’assemblea nazionale del PD a Roma, subito dopo l’ex premier Matteo Renzi e prima di Maurizio Martina, appena eletto segretario. Ancona è una delle poche città italiane dove il centrosinistra ha intascato la vittoria alle ultime elezioni amministrative e la Mancinelli ha spiegato la ricetta per conquistare la fiducia dei cittadini.
«Si può vincere. La ricetta è semplice: preoccuparsi dei problemi delle persone, non negarli, affrontarli, fare. E non riempire il tempo negli sterili dibattiti sulle alleanze, le coalizioni strette o larghe, rimettere insieme i cocci della sinistra (che è tema secondario). Queste cose appartengono a un ceto politico che parla a sé stesso e che la gente giustamente non riconosce più – ha detto il primo cittadino sul palco interrotta più volte dagli applausi -. Si vince quando la politica non pensa a se stessa, non c’è più il voto di appartenenza, non ci sono più le roccaforti rosse. Nel nostro territorio, nel giro di 15 km alle elezioni abbiamo avuto tre risultati elettorali diametralmente opposti. A Chiaravalle il Pd ha preso il 7% mentre il sindaco uscente, di sinistra, è stato confermato con il 71% dei voti. Ha vinto perché i cittadini hanno riconosciuto la sua buona amministrazione. Ciò significa che non ci sono più rendite di posizione, bisogna rischiare facendo scelte che possono sembrare rischiose. Bisogna scommettere sui risultati e sulla verità. Dire la verità ai cittadini».
Durante il suo discorso la Mancinelli ha affrontato anche il tema dell’immigrazione. «Ad Ancona la Lega è passata dallo 0,4% al 14% non solo per la strumentalizzazione del problema ma perché è un problema vero e noi non lo abbiamo affrontato. La svolta Minniti doveva arrivare prima e andare più in profondità. Dobbiamo lavorare ancora molto. Con questo tema abbiamo perso consensi negli strati sociali più deboli e fragili, l’immigrazione è una delle cause della sconfitta del Pd».