Nelle Marche sono decine di migliaia le persone in condizioni di non autosufficienza ma solo una minima parte riceve un sostegno, peraltro molto esiguo rispetto alle reali esigenze. Gli ultimi dati regionali a disposizione, risalenti al 2020 ed al 2021, evidenziano come siano state 3.873 le persone riconosciute in condizione di “disabilità gravissima” che hanno ricevuto un sostegno mensile di 323 euro al mese (la metà se frequentanti la scuola o un centro diurno); 2.028 i beneficiari dell’assegno di cura pari a 200 euro al mese per anziani non autosufficienti (il 5% dei circa 40.000 potenziali fruitori); l’assistenza domiciliare è stata fruita da 1.537 anziani (il 4% dei 63.000 non autosufficienti percettori di indennità di accompagnamento e non – dato Istat). A fornire i dati il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo, Gruppo assembleare Partito Democratico, che rivela come: «In realtà diversi Comuni (sarebbe interessante conoscerne il numero) della nostra regione non erogano questo servizio, di livello essenziale, pur ricevendo le risorse del Fondo non autosufficienza vincolate».
Nell’annualità 2022, del Fondo per la non autosufficienza la giunta Acquaroli ha poi «sostituito 5,5 milioni di euro di risorse regionali con fondi europei – spiega – pur in presenza di un’abissale distanza tra domanda e offerta; nonostante le ripetute richieste di associazioni del settore, le risorse regionali che avrebbero potuto dare risposte ad un più ampio numero di famiglie marchigiane non sono state ripristinate. Con una Delibera dell’ottobre dello scorso anno, la Regione Marche ha dato attuazione al Piano nazionale non autosufficienza 2022/2024. Il Piano, per le annualità 2022-24, prevedeva da parte delle Regioni l’adozione di alcuni provvedimenti, entro marzo scorso: dalle Linee guida per l’assistenza domiciliare ad un accordo di programma sanità/sociale; dal Piano dell’assistenza individuale ai criteri dei progetti degli Ambiti per soluzioni abitative per anziani. Non è stato fatto ancora nulla».
Dati non aggiornati sul reale numero di persone non autosufficienti, scarsità di risorse rispetto ad una domanda di servizi notevolmente più alta, sostegni molto esigui per l’assegno di cura, ritardo nell’emanazione di provvedimenti fondamentali, mancata verifica sull’utilizzo di fondi vincolati per l’assistenza domiciliare da parte di vari Comuni, estrema carenza dei servizi distrettuali di cure domiciliari: «Questo pessimo scenario ha evidenti pesanti ricadute sulle persone e sui nuclei familiari che si prendono cura dei propri congiunti. Acquaroli e Saltamartini hanno il dovere di dare loro risposte immediate ed efficaci», conclude Mastrovincenzo.