ANCONA – Il giudizio di parificazione del rendiconto generale esercizio 2023 della Regione Marche ha subito raccolto commenti dalle diverse parti politiche.
Soddisfazione è stata espressa da Simone Livi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale: «Il giudizio di parifica della Corte dei Conti conferma il buon governo della Regione a guida Francesco Acquaroli. Questa mattina è stato parificato il bilancio della Regione Marche per il 2023 con un giudizio positivo che evidenzia il buon andamento delle politiche e delle riforme messe in essere dal centrodestra e che proprio nell’anno preso in esame hanno iniziato a prendere corpo. Non possiamo non sottolineare con soddisfazione il giudizio della corte sulla riforma sanitaria, che definisce le Marche come una regione modernissima nel percorso di riqualificazione e potenziamento della rete sanitaria nel suo complesso, con l’abolizione dell’azienda regionale Asur, la creazione delle cinque Ast, l’ammodernamento degli istituti sanitari, l’impegno per il recupero delle liste d’attesa, azioni che nel loro complesso hanno ben assorbito le conseguenze della pandemia e del contesto generale».
Livi prosegue sulla ricostruzione: «La corte ha confermato il mantenimento dell’equilibrio economico dell’intero settore sanitario che è quello che assorbe gran parte della quota del bilancio regionale. Così come ha attestato il buon andamento della ricostruzione post-sisma e dell’impegno delle numerose risorse a disposizione, a partire dal Pnrr e dalla nuova programmazione europea 21-27. Le Marche infatti si collocano tra le prime regioni in assoluto per avanzamento dei fondi europei, una leva importante per il tessuto economico e sociale, rafforzato anche dagli investimenti previsti nell’accordo di coesione. La giunta Acquaroli con la sua politica del fare presto e bene sta trasformando le Marche, senza aumentare le tasse per i cittadini e rispettando gli equilibri dei conti, assicurando il finanziamento di nuovi investimenti, soprattutto in edilizia sanitaria, in infrastrutture, nel sostegno alle imprese, nel rilancio del turismo e dei territori, ma non solo».
Di parere diametralmente opposto, naturalmente, il capogruppo regionale del Partito Democratico, Anna Casini: «Il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Marche per l’esercizio 2023 ha confermato quanto ormai da tempo denuncia il gruppo assembleare del Partito Democratico, soprattutto per quanto concerne la gestione degli enti strumentali e delle agenzie regionali proliferate in questi ultimi anni con un incremento delle spese al limite dell’insostenibilità per quelli che sono in gran parte degli inutili carrozzoni politici, poltronifici a uso e consumo della giunta Acquaroli e dei suoi amici. Quello che ne esce è un quadro inquietante, impietosamente fotografato dalle relazioni che si sono susseguite, le quali hanno evidenziato come allo stanziamento di ingenti risorse e contributi da parte della Regione Marche non si riesca a individuare una chiara connessione tra le attività finanziate e i documenti programmatici».
Anna Casini prosegue sull’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche: «Spiccano in tal senso – continua la capogruppo dem – le forti perplessità espresse dalla Corte dei Conti sull’Atim, dove come sosteniamo fin dalla istituzione, si concretizza anno dopo anno il rischio di un aumento dei costi non corrispondente a effettivi benefici, con la crescita, anzi, di disservizi per i cittadini e gravi danni al comparto turistico. Ci sembra che la Corte, poi, confermi in modo lampante le ragioni che motivano la proposta di legge che abbiamo depositato a prima firma del consigliere Fabrizio Cesetti per l’abrogazione di Atim, visto che è stato ancora una volta sottolineato come l’agenzia sia chiamata a svolgere funzioni già intestate alla struttura interna regionale “Turismo” nell’ambito del dipartimento “Sviluppo economico”. La nostra più grande preoccupazione è che nonostante il duro richiamo della corte, alla giunta regionale affinché intraprenda un razionale esercizio della propria autonomia organizzativa e si attenga a una scrupolosa osservanza dei principi generali che governano il buon andamento della pubblica amministrazione, nulla cambierà da qui alla fine del mandato di Acquaroli, con ulteriore spreco di denaro pubblico».