ANCONA – «Il comando dorico rimane l’unico capoluogo di Regione e uno dei pochi in Italia ad essere disarmato». A dirlo è il segretario regionale Ugl (Unione Generale del Lavoro), Vincenzo Marino, che accende nuovamente i riflettori sulla questione come aveva già fatto più volte in passato.
Al centro della polemica c’è il turno serale dalle ore 19 all’1, disposto dal comando della polizia locale di Ancona in occasione di manifestazioni ad alto rischio come i concerti, che rientrano tra gli obiettivi sensibili secondo la recente normativa.
«L’illogicità di questa disposizione – spiega Marino – è contravvenire a quanto disposto dalla legge n. 145 del 1987 che prevede che il servizio notturno con orario 22-06 venga effettuato armato». Oltre a raccomandare il rispetto delle normative Marino spiega che «dovrebbe prevalere nella gestione di un comando, capoluogo di regione, il buon senso senza mettere a rischio la vita degli operatori di polizia locale».
Il segretario regionale Ugl ricorda che il comando dorico è l’unico disarmato, «nonostante i compiti, anche rischiosi, continuino ad aumentare e con essi lo scenario sociale entro cui la figura della polizia locale è sempre più presente e importante»; fra questi compiti pone l’accento sul nuovo presidio al Piano San Lazzaro e sul servizio di Polizia di prossimità. «Come si fa a fare sicurezza se chi la deve dare non lavora in sicurezza?» si interroga Marino. «Mandare allo sbaraglio uomini e donne in divisa, a “mani nude”, armati solo di buona volontà e parole, oppure pattuglie mono operatore, costituite da una sola persona, è una scelta di una politica di cui l’Ugl contesta la forma e il contenuto».
Il segretario Ugl ricorda anche «le aggressioni subite negli ultimi mesi dagli operatori di polizia locale, la prova di una gestione operativa scellerata». «Non abbassiamo la guardia, – conclude – abbiamo denunciato agli organi competenti (Asur Marche prevenzione sui posti di lavoro), di cui aspettiamo fiduciosi l’addebito di responsabilità penali ma soprattutto non permetteremo più che nessuna vita umana venga esposta a rischi inutili».