ANCONA – Al di là dei rilievi numerici, il Ponte di Ognissanti confermerà un trend positivo di crescente interesse per il territorio regionale. Lo rivela uno studio effettuato dall’Istituto ACS Marketing Solutions per Confcommercio-Federalberghi che considera il ponte un test importante per l’apertura della stagione invernale. Secondo l’indagine, quest’anno a mettersi in viaggio sarà circa l’11% della popolazione e il giro di affari subirà un calo del 7 per cento rispetto al 2018, «anno nel quale il ponte è stato particolarmente incentivante dal momento che la festività del primo novembre cadeva nella giornata di giovedì. Va altresì considerato però che nella gran parte dei casi la rinuncia della vacanza è stata motivata da una scarsa liquidità: il 44,2% delle persone esaminate, mentre il 26,7% non si concederà dei giorni fuori casa per motivi familiari e il 35,6% andrà in vacanza in un altro periodo», spiega Confcommercio-Federalberghi.
«Le persone che hanno deciso di sfruttare il ponte di Ognissanti per una vacanza – commenta Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche e Segretario Confcommercio-Federalberghi Marche – si orienteranno soprattutto nella scelta di località d’arte, dotate di un ricco patrimonio monumentale e culturale, ma è confermato anche l’interesse per il turismo legato all’ambiente. Nella valutazione complessiva è interessante notare come la percentuale delle spese legate al pernottamento sia al di sotto del 20 per cento, mentre a pesare maggiormente sul budget della vacanza sono le spese legate al viaggio e al cibo. Sono dati da tener ben presenti per comprendere e sviluppare i ruoli in seno alla nostra filiera turistica».
Secondo lo studio, tra i vacanzieri l’87,5% sceglierà di restare nel Belpaese, mentre soltanto l’11,8% andrà all’estero (con prevalenza di scelta, il 73,5%, per le capitali europee). Chi rimarrà nei nostri luoghi sceglierà in primis le località d’arte (31,3%), la montagna (24,2%) e il mare (12,3%). A seguire si preferirà il lago (4,4%) e le località termali (3,6%). La casa di parenti e di amici sarà la scelta privilegiata per il 31,3% dei vacanzieri, a seguire l’albergo (23,3%) e, ben distanziati, il bed & breakfast (17,4%) e la casa di proprietà (10,8%). La durata media del soggiorno sarà di 3,3 notti trascorse fuori casa, contro le 3,6 del 2018 (quest’anno però, come già detto, ci sarà un giorno in meno di vacanza rispetto allo scorso anno).
La spesa media, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti, si attesterà sui 333 euro a persona (312 euro in Italia e 536 all’estero). Un dato in lieve crescita (+2,1%) rispetto ai 326 euro del 2018 (il giro di affari complessivo si attesterà su circa 2,21 miliardi di euro con un -7,1% rispetto al 2018). Le spese di pernottamento «incidono sul budget per il 19,4%, le spese di viaggio per il 26,5%, e quelle relative ai pasti per il 25,9%. Il capitolo più corposo della spesa (28,2%) riguarda le altre voci (lo shopping, i divertimenti, etc.), a conferma della capacità del turismo di distribuire ricchezza sul territorio, ben oltre i confini classici del settore», spiega Confcommercio-Federalberghi.
«Il 59,8% degli intervistati – continua Polacco – ha inoltre dichiarato di utilizzare i social media e la rete per decidere o quanto meno informarsi sull’offerta nelle diverse località, sui prezzi e sulle strutture di interesse. Un dato molto importante che ci conferma l’importanza di questi strumenti sempre più determinanti nello sviluppo dell’incoming nella nostra regione. Il turismo si dimostra un settore trainante per l’economia regionale, un settore che anche in virtù del prestigiosissimo recente riconoscimento di Lonely Planet, per il quale facciamo un sentito plauso alla Regione Marche, ci auguriamo potrà trovare nel 2020 la sua definitiva consacrazione nelle politiche di sviluppo economico del territorio».