Ancona-Osimo

Porto di Ancona: 12 offerte per la ristrutturazione del mercato ittico

Il presidente dell'Adsp Giampieri: «Un nuovo passo nel percorso di trasformazione e rinnovamento dello scalo dorico»

Rendering del nuovo mercato ittico di Ancona

ANCONA – Sono 12 le offerte presentate all’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale per la ristrutturazione dell’edificio demaniale del mercato ittico del porto di Ancona. Un luogo simbolo dell’economia e del lavoro portuale e della città, che si trova al Mandracchio, affacciato sul mare, con vista sulla Mole Vanvitelliana e su tutto lo scalo.

Su questa struttura, dove si commercializza pesce all’ingrosso e che è nata nel 1948 dalla creatività di uno dei più importanti architetti del Novecento italiano, Gaetano Minnucci, l’Autorità di sistema portuale sta compiendo un percorso di rinnovamento, per trasformarla in uno spazio moderno e funzionale alle necessità del mondo della pesca e della città di Ancona, con un progetto di ristrutturazione che è stato approvato a metà dicembre in via esecutiva. Giovedì la scadenza del bando di gara per partecipare alla realizzazione dell’intervento che, dall’avvio dei lavori presumibilmente a luglio, dovrà concludersi entro ottobre 2023. Il bando per lo studio del progetto di ammodernamento, cui avevano partecipato ben 17 raggruppamenti di studi professionali da tutta Italia, era stato aggiudicato al raggruppamento temporaneo di professionisti Acale srl, Gea società cooperativa e Acale studio associato di Ancona. 

I lavori interesseranno una superficie di 4.200 metri quadrati su un totale di 4.717 metri quadrati, a cui si aggiungono i volumi dall’articolata forma “ad onda” dell’edificio principale e storico. Il progetto prevede il risanamento strutturale dell’edificio, con l’ammodernamento tecnologico-ambientale e la riqualificazione sia energetica sia architettonica e funzionale, e l’avvio della riqualificazione dell’area del Mandracchio. Fra gli scopi dell’intervento, c’è il rafforzamento dell’identità del mercato ittico, come luogo di lavoro strategico, valore architettonico, legato alla tradizione e sintesi del rapporto fra il mare, la città e il territorio. Altro obiettivo è quello di favorire l’interazione di questo spazio con la cittadinanza che, oltre a conservare l’attività di mercato del pesce, avrà un’attività di ristorazione, con una superficie di 250 metri quadrati e 70 posti, e di valorizzazione del prodotto ittico e di un’area per la riscoperta delle attività storiche dei retatori e delle altre legate al mondo della pesca.

L’investimento complessivo previsto è di 3,5 milioni. Per la ristrutturazione del mercato ittico, l’Autorità di Sistema ha ottenuto un cofinanziamento di 850mila euro, su un progetto complessivo di 1 milione, da un bando della Regione Marche per la modernizzazione delle infrastrutture per la pesca, sostenuto dalla misura 1.43 “Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e riparti di pesca” del Feamp-Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca che, per le Marche, aveva una dotazione complessiva di 31,6 milioni di euro per il periodo 2014-2020.

Il cofinanziamento Feamp-Regione Marche sarà utilizzato per le opere di ammodernamento e risanamento complessivo di uno dei tre edifici che compongono il complesso demaniale del mercato ittico, sul lato nord-ovest del complesso, composto da due livelli fuori terra. La porzione della struttura, che oggi non viene usata, sarà demolita e ricostruita con criteri di Zero Emission Building per ospitare, al pian terreno, la sala lavaggio cassette del mercato ittico e il locale deposito di cassette in plastica riciclabile in cui inserire il pescato da vendere e trasportare, sostituendo le attuali cassette in polistirolo, mentre al primo piano saranno allestiti gli uffici e la sala per i gestori della pesca delle vongole.

Il mercato ittico del porto di Ancona è un punto di riferimento per le Marche, per il centro e nord Italia perché specializzato nell’esclusiva commercializzazione del pesce fresco di grande varietà e qualità, pari a 1.800 tonnellate all’anno e con un volume di affari di circa 10 milioni di euro. Sono 40 le imbarcazioni che fanno riferimento al mercato ittico dorico, il 95% di Ancona con una forza lavoro, indotto compreso, di un migliaio di persone.

Rodolfo Giampieri
Rodolfo Giampieri

«Un nuovo step nel percorso di rinnovamento di questo che è uno dei luoghi simbolo del lavoro del porto di Ancona – dice Rodolfo Giampieri, presidente Autorità di sistema portuale -, proseguiamo il cammino per riqualificare e migliorare, anche dal punto di vista tecnologico, gli spazi operativi del mercato ittico e per valorizzare uno dei principali settori dell’economia portuale, quello della pesca, ampliandolo con una nuova offerta di spazi per servizi di ristorazione destinati alla fruibilità di tutti. Un nuovo passo per rafforzare il legame fra il porto e il territorio che portiamo avanti dopo un ampio confronto con le istituzioni, i pescatori, gli operatori e la Soprintendenza per recuperare la bellezza di questo edificio storico vincolato aumentandone l’efficienza tecnologica».

Nel frattempo è stato affidato il servizio per la pulizia ordinaria degli specchi acquei dei bacini portuali di Ancona, Pesaro, San Benedetto del Tronto, nelle Marche, e di Pescara e Ortona in Abruzzo. Un intervento che interessa una superficie complessiva di 3.313.000 metri quadrati di acqua marina. L’obiettivo del servizio, realizzato da anni nel porto di Ancona e che ora coinvolge tutto il sistema portuale, è quello di mantenere nelle giuste condizioni di pulizia e decoro gli specchi acquei di mare dei bacini degli scali affiancandosi anche ad una sempre maggiore sensibilità sul tema da parte degli operatori portuali e delle marinerie. Questo per prevenire che le attività portuali e della navigazione marittima possano influire in qualche modo sulla tutela ambientale, sulla salute umana o sulla sicurezza della navigabilità. I lavori, infatti, riguarderanno la raccolta di tutti i rifiuti solidi galleggianti o semisommersi, delle sostanze grasse e oleose, compresi gli idrocarburi, che saranno poi smaltiti secondo le specifiche caratteristiche di ogni materiale recuperato. La pulizia sarà effettuata con una cadenza regolare in ogni porto di competenza dell’Autorità di sistema portuale.

Il servizio nel sistema portuale, già operativo, è stato affidato con bando di gara all’impresa Cogei di Napoli. L’intervento è stato aggiudicato per un importo complessivo di 1.525.000 euro, con un risparmio in sede di offerta dell’8,16%. L’incarico avrà una durata di quattro anni e prevede in ognuno dei cinque porti la presenza fissa di un’imbarcazione che, oltre a realizzare il servizio di pulizia degli specchi acquei, avrà a bordo dispositivi antinquinamento che potranno essere utilizzati come primo supporto in caso di necessità.

«La sostenibilità ambientale è oggi un elemento fondamentale per le comunità, compresa quella portuale – afferma il presidente Giampieri – e, insieme all’innovazione, fattore determinante per la competitività delle imprese, nella necessaria adattabilità ai cambiamenti e alla sempre maggiore attenzione da parte dei territori di riferimento. Per noi è una filosofia di azione, portata avanti con azioni strategiche e passaggi coerenti nella gestione dei porti di competenza».