ANCONA – Lo scalo di Ancona è il secondo porto dell’Adriatico per traffico internazionale e quest’anno saranno oltre 92mila i crocieristi (+37% rispetto al 2018), con 46 toccate (+15%). È quanto emerge dalla nuova edizione di Adriatic Sea Tourism Report, il report di ricerca presentato ieri alla Mole da Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo, in apertura della quarta edizione di Adriatic Sea Forum – cruise, ferry, sail & yacht, appuntamento ideato e organizzato da Risposte Turismo quest’anno in partnership con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.
«Il maritime tourism è una risorsa preziosa per i paesi che si affacciano sull’Adriatico – ha detto ieri alla Mole Francesco di Cesare – e i risultati di questa nuova edizione del report confermano un interesse crescente verso questo fenomeno da parte di amministrazioni pubbliche, aziende private e singoli professionisti, a dimostrazione delle forti potenzialità dell’area, a nostro avviso non ancora pienamente espresse. Se il traffico crocieristico quest’anno crescerà significativamente in Adriatico, il comparto dei traghetti continua a prestarsi a una doppia lettura. Da un lato, infatti, si evidenzia la sua rilevanza nelle direttrici di spostamento dei turisti in Adriatico e le ampie potenzialità di crescita, dall’altro si registra ancora un ritardo rispetto agli standard, ad esempio di offerta e di promozione, che altre soluzioni di trasporto hanno adottato da tempo».
Il report fotografa il turismo via mare in Adriatico e contiene dei focus sul traffico crocieristico, sul traffico dei traghetti e sul comparto nautico. Per quanto riguarda le crociere, secondo lo studio, nel 2019 saranno 5,52 milioni i passeggeri movimentati (imbarchi, sbarchi e transiti) nei porti dell’Adriatico, in crescita del 7,3% rispetto al 2018. Un risultato che, se confermato, a fine anno segnerà il record storico di passeggeri movimentati negli oltre trenta porti crocieristici dell’area. La previsione positiva riguarda anche il porto di Ancona, dove è previsto un aumento del 37% dei crocieristi nel 2019, per un totale di oltre 92mila persone. L’anno in corso dovrebbe comunque chiudersi con Venezia saldamente al primo posto con 1,56 milioni di crocieristi movimentati e 502 toccate nave, seguita da Corfù con 787mila crocieristi e da Dubrovnick con 745mila crocieristi. Ancona invece nel 2018 si è piazzata alla dodicesima posizione in Adriatico per numero di passeggeri movimentati (più di 67mila): l’80,8% era in transito (54mila unità), a fronte dei 12.854 passeggeri in imbarco/sbarco. Nell’Adriatico la percentuale di passeggeri in transito è scesa al 64,3% del totale, grazie alle performance di Venezia e Trieste, in cui i passeggeri in transito contano rispettivamente per il 15,4% e il 23,9%. C’è quindi ancora molto da lavorare nel capoluogo dorico per trasformare le persone in transito in turisti.
Sul traffico traghetti, Ancona nel 2018 si è posizionata al settimo posto per numero di passeggeri movimentati (più di un milione), ma anche in seconda posizione se si considera il solo traffico internazionale che, di fatto, è pari al 100%. Ciò significa che lo scalo di Ancona è il secondo porto dell’Adriatico per traffico internazionale. Ogni anno infatti dal porto dorico transitano tantissime persone su navi traghetto dirette verso le sponde dell’Adriatico Orientale (Grecia, Croazia e Albania). Nel 2019, le principali rotte saranno quelle che collegano Ancona a Igoumenitsa, Patrasso e Spalato: queste linee prevedono più di 250 tratte annuali ciascuna. Sempre, nel 2019, il traffico ferry previsto nel porto di Ancona indica valori in linea con quelli del 2018.
Infine il report contiene anche un approfondimento sul comparto nautico nei sette paesi che si affacciano sull’Adriatico. L’Italia conferma la propria forte leadership nell’area con 186 marina (56% del totale) e oltre 49 mila posti barca (il 65,6% del totale). In particolare, il report ha mappato 20 marina nell’area (Marche e Abruzzo) per un totale di 8.150 posti barca. Nelle Marche sono presenti 13 marina (con 5.865 posti barca) e in Abruzzo sono state individuate 7 marina (con 2.285 posti barca). Il numero di marina di Marche e Abruzzo rappresenta il 6% dell’offerta adriatica, che conta 332 marina. Il numero di posti barca di Marche e Abruzzo rappresenta l’11% dell’offerta adriatica, che conta 75.052 posti barca. «Per la nautica – spiega di Cesare – le indicazioni che abbiamo raccolto attraverso la nostra indagine fanno intravedere uno 2019 positivo. Ciò potrebbe tradursi in un maggior tasso di occupazione delle marina che oggi, per dimensioni e standard, sono già pronte ad accogliere livelli più elevati di traffico».
Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, davanti agli operatori di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia Italia, Montenegro e Slovenia, ha sottolineato che «è strategico il tema delle infrastrutture per la crescita dell’economia del mare. I partner della Strategia Adriatico Ionica devono lavorare assieme per far crescere le connessioni infrastrutturali e dimostrare all’Europa quanto sia utile e conveniente spostare risorse e investimenti in questa area. Divenire punto di riferimento per la partenza di crociere e merci, significa anche essere uno scalo marittimo facilmente raggiungibile. Il tema delle infrastrutture diventa strategico e le Marche stanno operando in questa direzione. Non è stato secondario il lavoro svolto per rafforzare il ruolo dell’aeroporto nello sviluppo del sistema portuale e turistico regionale, come pure il grande progetto che riguarda la connessione stradale nord tra Ancona e il resto del territorio».
«Lo sviluppo del porto, l’aumento dei passeggeri e la crescita dell’economia blu – ha sottolineato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Rodolfo Giampieri – si realizzano su obiettivi condivisi, ma soprattutto su valori condivisi come quello della sostenibilità». Giampieri ha illustrato le misure in atto per la tutela dell’ambiente, come l’accordo volontario “Ancona blue agreement” che «abbiamo promosso con la Capitaneria di porto di Ancona ed è stato sottoscritto dalle compagnie di navigazione che si impegnano ad utilizzare un combustibile contenente un quantitativo di zolfo pari allo 0,1%, rispetto all’1,5% previsto dall’attuale normativa, dall’ormeggio all’uscita dal porto. Servono però scelte a livello nazionale, che comincino a diventare realtà, su temi come le aree a emissioni ridotte o sui carburanti alternativi. Noi nel frattempo, nell’ambito della sostenibilità, abbiamo iniziato a ragionare sull’elettrificazione delle banchine». Misure importanti, considerato l’aumento costante di crocieristi e passeggeri dei traghetti. «I numeri in crescita dei crocieristi – spiega Giampieri – ci dicono che oggi siamo di fronte alla scelta se sviluppare in maniera strategica questa opportunità. Ritengo necessario un metodo scientifico che coinvolga tutti: istituzioni, associazioni di categoria, imprese, nell’organizzare in maniera condivisa la formazione all’accoglienza, le modalità di gestione dei flussi. Si tratta di sapersi proporre tutti con un approccio professionale che sappia anche valorizzare e stimolare le iniziative imprenditoriali connesse a questi flussi. Il turismo è un grande fattore di crescita democratica diffusa. Come Autorità di sistema portuale ci siamo posti l’obiettivo di far diventare il porto di Ancona, in particolare il porto antico, ancora di più una “vetrina” culturale, sociale e strategica della città, valorizzando il ruolo di ponte che lega le navi alla città e al territorio attraendo passeggeri e crocieristi che, incuriositi, possano tornare come turisti».