ANCONA – Dopo l’intitolazione della banchina 1 a San Francesco, questa mattina (13 dicembre) è stato inaugurato al porto antico un bassorilievo in bronzo, in occasione degli 800 anni dalla partenza di San Francesco dal porto di Ancona per la Terra Santa. All’inaugurazione hanno partecipato Mons. Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, il cappellano del porto don Dino Cecconi, il Presidente dell’Autorità di Sistema portuale Rodolfo Giampieri, il Comandante del porto di Ancona, il contrammiraglio Enrico Moretti, il prefetto Antonio D’Acunto, il rettore dell’Univpm Gian Luca Gregori, la presidente del consiglio comunale di Ancona Susanna Dini e altre autorità civili e militari.
L’opera è stata ideata da Mons. Angelo Spina, realizzata dall’artista Ettore Marinelli e fusa presso la Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone, fra le più antiche al mondo e specializzata nella costruzione di campane. Il bozzetto dell’opera era stato presentato il 4 ottobre, giorno di San Francesco, a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci. L’immagine rappresenta il Santo a bordo di un’imbarcazione che parte da Ancona, porta d’Oriente e via della pace. « In una mano, stretta al petto ha una colomba, – spiega l’arcivescovo – segno che il suo cuore è pacifico e nell’altra mano un’altra colomba che viene inviata per andare lontano a portare pace. Francesco è un uomo di pace e uno strumento di pace, in quanto vive una dimensione religiosa, trinitaria, raffigurata con dei simboli: la nube in alto indica il Padre, la croce il Figlio, e la vela gonfia lo Spirito Santo. È l’amore di Dio che muove Francesco ad uscire da se stesso e ad andare oltre, a portare l’annuncio della buona notizia, del Vangelo, che Dio ama tutti e che ogni uomo è fratello».
«La vita di San Francesco è stata vissuta in armonia con Dio, con il creato e con gli uomini, – continua – nel segno di una fraternità universale, come ha scritto nel Cantico delle Creature, i cui elementi sono così raffigurati: in basso a sinistra ci sono diverse specie di pesci nel mare; in alto le nuvole, la luna e il sole». Accanto alla figura del santo, c’è la scritta “Ancona, porta d’Oriente, via della pace 1219-2019. Ottocento anni dalla partenza di S. Francesco dal porto di Ancona per la Terra Santa”. «La città non è solo porta d’Oriente per le sue origini greche, – continua – ma anche via della pace, in quanto 800 anni fa Francesco partì dal porto disarmato, come pellegrino di pace, durante la V Crociata, per incontrare il sultano Al-Malik Al-Kamil in Egitto. Lui non ebbe paura di aprirsi al dialogo. Oggi questo evento ci ricorda che è importante vincere la paura, aprirsi al dialogo con l’altro che è diverso, educare alla pace e promuovere l’ecologia ambientale e umana. Dove c’è la pace, tutto fiorisce».
«A bordo della nave Amerigo Vespucci avevamo promesso la realizzazione di quest’opera – dichiara Rodolfo Giampieri – e abbiamo mantenuto la promessa. Nella banchina più bella e importante del porto, dedicata a San Francesco, oggi abbiamo inaugurato questo importante bassorilievo che guarda il mare e l‘orizzonte. Un’opera che richiama un altro bassorilievo su san Francesco, presente all’interno della cattedrale di San Ciriaco».
«Quest’opera è un segno importante per il porto di Ancona – sottolinea il contrammiraglio Enrico Moretti – e ricorda un evento accaduto qui 800 anni fa. Come fece San Francesco, ognuno di noi deve impegnarsi per favorire la pace, l’incontro e il dialogo». «È stato un onore per me realizzare quest’opera – dichiara l’artista Ettore Marinelli – e sono felice che sia stata collocata nel porto di Ancona. Da mille anni la Pontificia Fonderia Marinelli realizza campane e io rappresento la ventisettesima generazione».
Dopo l’inaugurazione dell’opera in bronzo, è stato benedetto il presepe del porto, allestito alla Portella Panunzi dall’associazione Stella Maris, che si potrà visitare fino al 6 gennaio 2020. Con la Sacra Famiglia, sono gli elementi del mare i protagonisti di questo presepe: una barca, una lancia del 1925, la “7° Cavalleria”, le reti da pesca, le nasse, i reperti di antica manifattura, messi a disposizione dal Comitato Museo del mare, i tronchi d’albero trasportati dalle onde e recuperati dalle persone. Elementi che simboleggiano il legame fra il porto, il lavoro, la sua storia e la vita di tutti coloro che vi operano o vi passano.