ANCONA – Un tavolo tecnico per risolvere le problematiche collegate all‘Hotel House, il condominio multi etnico di Porto Recanati abitato per oltre il 90% da stranieri. La mozione che impegna sulla questione il presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli, è stata presentata dai consiglieri Boris Rapa e Moreno Pieroni e approvata nel corso dell’ultima seduta del consiglio regionale. Obiettivo mettere in campo le risorse finanziarie per realizzare il tanto atteso presidio permanente delle Forze dell’Ordine proprio all’ingresso dell’Hotel House.
Droga, prostituzione, degrado, abusivismo, il ritrovamento delle ossa di una ragazza scomparsa da Ancona nel 2010 e proprio ieri del corpo della ragazza deceduta forse per overdose. L’Hotel House è ormai da anni al centro delle polemiche per le numerose vicende giudiziarie che lo vedono chiamato in causa. Le forze dell’ordine effettuano controlli quotidiani nella struttura e più volte al mese si spingono all’interno dell’Hotel House con perquisizioni e verifiche negli appartamenti.
LA SITUAZIONE DELL’HOTEL HOUSE
Inizialmente edificato nel 1967 come struttura residenziale turistica, il complesso nel corso degli anni ha perso il suo appeal e il suo valore economico, finendo per attirare soprattutto extra comunitari. Oggi nei suoi 480 appartamenti distribuiti su 17 piani vivono mediamente circa 2000 persone delle quali sono un centinaio sono italiani e 1700 i residenti ufficiali.
Oltre 32 le etnie presenti anche se il numero di residenti è soggetto a fluttuazioni specie in estate quando può arrivare a toccare anche quota 2500 – 3000 persone. I fornitori di servizio elettrico e idrico hanno accumulato debiti per circa 800.000 euro, mentre in uno di questi appartamenti è stato ricavato un luogo di culto dove i musulmani si riuniscono e pregano. Al piano terra invece si trovano alcune attività commerciali, come bar e supermercati, oltre a locali in uso al Comune dove vengono organizzati dopo scuola e attività a carattere sociale. Nel corso degli anni si è creata una convivenza forzata tra residenti e microcriminalità che ha reso la situazione insostenibile dal punto di vista della sicurezza per tutto il territorio di Porto Recanati.
LA MOZIONE DEI CONSIGLIERI PD
La mozione dei consiglieri regionali è stata presentata per cercare di dare una risposta alla questione. «Abbiamo presentato la mozione per evitare quello stallo che si era creato dopo la visita del Ministro dell’Interno Matteo Salvini – spiega il consigliere e assessore regionale Moreno Pieroni – che giunto a settembre 2018 per la seconda volta nelle Marche aveva dichiarato di voler istituire un tavolo tecnico con tutte le istituzioni e tutti coloro che avevano un ruolo e che potevano dare un contributo a intraprendere un percorso ormai più che ventennale che creava questa criticità all’Hotel House. Una criticità che non riguardava più solamente Porto Recanati ma che ormai era diventata un problema nazionale».
«La nostra prima mozione come Regione Marche intendeva istituire un presidio permanente H24 con le forze dell’ordine, dove la Regione si impegnava a mettere a disposizione la struttura, mentre il Ministero metteva a disposizione il personale. La nostra seconda mozione va nella stessa linea e visto che in questi mesi non c’è stata nessuna azione da parte del Governo e del Ministero per istituire questo tavolo tecnico, la mozione dà mandato al presidente della Giunta regionale, anche se sappiamo che la Regione non ha una competenza diretta, ad essere lui a convocare questo tavolo. Poi se nel frattempo, prima che lo convochi il presidente, arriverà una convocazione da parte del Ministero ben venga. Non si può più utilizzare una criticità drammatica per il territorio e per il sistema sociale come l’Hotel House come momento elettorale – sottolinea il consigliere – quindi la mostra mozione vuole essere uno spartiacque anche per vedere fino a che punto i consiglieri regionali della Lega hanno la capacità di attivarsi invitando il loro leader a mettere in piedi questo tavolo tecnico. Una mozione provocatoria – prosegue Pieroni – per far si che non avvengano più iniziative estemporanee, dal momento che ogni tanto arrivano all’Hotel House parlamentari come la Mussolini o Arrigoni che fanno una passerella dichiarando di voler abbattere la struttura con le ruspe, ma poi passato il momento non accade nulla. Occorre essere seri, tutti, anche la Regione, ognuno con le sue responsabilità ma almeno questo tavolo istituzionale tecnico va fatto in modo che ognuno possa portare un suo contributo per risolvere un problema ormai più che ventennale. Va risolta la questione degli irregolari – conclude il consigliere – e poi quella delle prostitute e degli spacciatori e su questo abbiamo l’esempio anche di quanto accaduto ieri alla ragazza ritrovata morta lungo il vialone che porta all’Hotel House, la quale molto probabilmente avrà preso la droga proprio lì. Credo che se ci fosse stato un presidio H24 in quella zona probabilmente non ci sarebbero stati gli spacciatori e la ragazza non avrebbe fatto quella fine in quella zona».
LA REPLICA DELLA LEGA
Sulla questione è intervenuto il senatore responsabile della Lega Marche, Palo Arrigoni, che senza mezzi giri di parole condanna il gesto dei due consiglieri di maggioranza che hanno consegnato un Pinocchio al capogruppo della Lega Zaffiri in consiglio regionale per stigmatizzare le presunte false promesse di Matteo Salvini sulla risoluzione del problema Hotel House: «Altro che Salvini Pinocchio. I consiglieri regionali Pieroni e Rapa fanno come il Gatto e la Volpe: mentono sapendo di mentire per mostrarsi falsi amici del territorio». «Accusano Salvini di non aver mai convocato il tavolo tecnico ma è falso – scrive il senatore della Lega in una nota stampa – Il tavolo non solo c’è ed è permanente, ma la Regione Marche, pur informata, non risulta averci mai partecipato con un suo rappresentante», precisa Arrigoni.
«Il Prefetto di Macerata Rolli lo ha convocato già più di 10 volte e vi hanno partecipato il Comune, le Forze dell’Ordine e il coordinamento dei rappresentanti delle abitazioni dell’Hotel House». Un tavolo tecnico guidato dal Ministro dell’Interno Salvini che ha finanziato il progetto FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) della Prefettura con la partnership delle università di Camerino e Macerata. Arrigoni pone l’accento sui quotidiani interventi delle forze dell’ordine, polizia, carabinieri e finanza e ribadisce che il tavolo ha già raggiunto i primi risultati, la votazione e la nomina del nuovo amministratore, l’avvio dei pagamenti per il condominio da parte degli inquilini e lo sblocco delle procedure di residenza, in particolare attuando le cancellazioni rapide dall’anagrafe per chi non si trova». Interventi ai quali si aggiungono le iniziative del Comune di Porto Recanati, tra le quali la possibilità di attivare un progetto di vigilanza per la tutela del complesso e un progetto complementare per invitare all’educazione in comunità con sportelli per lavoro e scuola.
«È noto che la Giunta Ceriscioli faccia tutto e solo in casa – ironizza Arrigoni – ma è imbarazzante, puerile e strumentale che la stessa maggioranza che ha approvato la mozione con cui è stato istituito il tavolo ora ne voglia ora uno tutto suo. Senza contare che la Regione Marche si mobilita solo ora, scagliandosi contro il Ministro Salvini, quando il degrado dell’Hotel House, centrale di spaccio della droga di tutte le Marche, è divenuto tale da ormai diversi anni nella totale indifferenza».
Il senatore ha ribadito infine l’impegno della Lega e del Ministro dell’Interno per risolvere la questione.
«Dispiace questa strumentalizzazione del Pd – spiega il capogruppo della Lega Sandro Zaffiri – mi risulta che il Governo stia lavorando al problema per trovare soluzioni, anche attraverso confronti con le comunità e con le forze dell’ordine. Sono state verificate le situazioni relative alle proprietà, agli affitti e agli immobili sequestrati dalle banche. Inoltre è stato eletto recentemente un amministratore della struttura. Queste sono azioni tangibili prodotte dal Governo. Il Pd che oggi sbraita tanto dov’era 6-7 anni fa? Ora che ci stiamo avvicinando verso una soluzione vorrebbero metterci il cappello sopra, ma in realtà stanno agendo come sciacalli e non prendono in considerazione il grande e difficile lavoro svolto da Prefettura e istituzioni, oltre che dalle forze dell’ordine. Inoltre occorre anche considerare che lo stabile è aperto a tutti non ha portone e trattandosi di una struttura privata l’ingresso non può essere controllato dalle forze dell’ordine. Occorre piuttosto capire come la situazione abbia potuto prendere questa piega e divenire senza controllo».