ANCONA -Qualità più scadente del servizio e aumento delle giacenze. La Slc Cgil punta il dito sulla riorganizzazione di Poste Italiane S.p.A. che dal 16 aprile ha attivato il nuovo piano di recapito che prevede la consegna della posta a giorni alterni anche nelle Marche. I cittadini in tutta Italia, tranne che nelle grandi metropoli (Milano, Roma, Napoli), dovranno abituarsi a ricevere la posta un giorno sì e l’altro no, dal lunedì al venerdì.
Nelle Marche, la riorganizzazione ha preso il via dalla provincia di Ancona: da lunedì 16 aprile scorso sia Fabriano sia Jesi hanno introdotto la consegna della posta con la nuova organizzazione che vede un taglio di ben 22 zone nel primo centro e 24 nel secondo, con numerosi comuni compresi tra quelli a zone regolate come Arcevia, Castelleone di Suasa, Genga, Sassoferrato, Serra San Quirico. A breve, toccherà a Corinaldo, Falconara e Senigallia; quindi, progressivamente, il processo toccherà tutta la regione.
Gloria Baldoni, coordinatrice regionale Poste per Slc Cgil, dice: «Nelle Marche si prevede un taglio del 40% delle zone di recapito che sono 860 su tutto il territorio. Ancona, ad esempio, è divisa in corca 80 aree, e tra qualche giorno ne resteranno solo 60. Con il nuovo sistema già si registrano disagi relativi all’accumulo della posta che rimane giacente per il giorno successivo mentre le raccomandate rischiano la consegna con giorni di ritardo». Che prosegue: «Non solo la qualità del servizio subirà un tracollo ma ci saranno ricadute in termini occupazionali. Nessuno sarà licenziato ma il servizio ridotto con aumenti di carichi di lavoro e una riorganizzazione che non convince soprattutto per gli orari».
Secondo la nuova riorganizzazione, sono previste squadre di portalettere che porteranno tutti i giorni la posta pregiata (raccomandate, assicurate, pacchi, giornali ), fino alle ore 19,45 di sera, escluso sabato pomeriggio. Questa consegna è prevista però solo nei principali centri urbani mentre nei paesi a cosiddette zone regolate, definite dall’Agicom (Agenzia di controllo delle Comunicazioni), cioè comuni a bassa densità abitativa, zone montane o depresse, si effettuerà solo la consegna a giorni alterni.
Poste Italiane S.p.A. ha ritenuto necessaria questa riorganizzazione del recapito per tre ragioni. Il primo è quello di stare nel mercato con una concorrenza che, a seguito della completa liberalizzazione del servizio postale a livello europeo, è sempre più aggressiva, considerando il proliferare delle agenzie private di recapito che, senza un contratto di settore, possono vantare minori costi del personale. L’altro motivo riguarda i nuovi metodi di comunicazione: mail, messaggistica telefonica e via dicendo stanno soppiantando la posta cartacea e, quindi, una diminuzione nelle commesse di posta (anche se per la verità i centri di recapito continuano ad essere inondati di posta di ogni tipo). Il terzo motivo è legato al fatto che Poste Italiane S.p.A. svolge il servizio universale per lo Stato Italiano che, però, negli ultimi anni ha ridotto di circa il 25% la copertura (262 milioni di euro) dello stesso e questa è forse la vera causa del passivo denunciato dalla Società.