ANCONA – «Per un’elezione così importante, dove ci sono dei quorum precisi per l’elezione del Presidente della Repubblica, la carica più importante dello Stato, bisogna concedere a tutti la possibilità di votare, positivi e non, a meno di impedimenti alla possibilità di essere in presenza». È la posizione espressa dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, a margine della seduta del Consiglio regionale di ieri, in vista dell’elezione del nuovo capo dello Stato.
Con le positività al Covid che ogni giorno segnano numeri record nel Paese, si pone il nodo delle votazioni del successore di Sergio Mattarella, nell’ipotesi in cui una fetta dei cosiddetti grandi elettori contragga il virus. Il presidente marchigiano, insieme al presidente del Consiglio regionale Dino Latini e al capogruppo consiliare del Pd Maurizio Mangialardi, è uno dei tre grandi elettori designati dalle Marche.
«Tutti dovrebbero essere messi in condizione di poter votare» ha sottolineato. Sentito sui nomi, però, Acquaroli non si è sbilanciato. «Ci sono dinamiche e scenari che cambiano di giorno in giorno» ha detto. Per ora il centrodestra ha fatto quadrato sulla candidatura di Silvio Berlusconi, ma nel borsino della corsa al Quirinale sono trapelati altri nomi papabili (non lanciati dal centrodestra), fra i quali Draghi, Cartabia, Casellati, Amato e Casini, o Gentiloni.
Niente “Fanta Quirinale” però per il governatore delle Marche, che resta a bocca cucita nell’attesa che sullo scacchiere della politica per la corsa al colle, i partiti finiscano a fare le loro mosse. «Lascerei correre tranquillamente questi giorni – conclude – lunedì mattina vedremo quella che sarà la situazione in prossimità della prima votazione (24 gennaio, ndr)».