Ancona-Osimo

Presìdi dei centri sociali in 8 città: «Vaccinazione rapida e no alla privatizzazione della salute»

Mobilitazione davanti alle sedi Asur di Ancona, Jesi, Fano, Senigallia, Fabriano, Macerata, Civitanova Marche e Porto San Giorgio. Contestate le politiche sanitarie della Giunta regionale

ANCONA – «Basta profitti sulla salute. Vaccini subito». È l’appello lanciato dai centri sociali delle Marche che nella giornata di oggi hanno organizzato in 8 diverse città marchigiane una serie di presìdi davanti alle sedi Asur di Ancona, Jesi, Fano, Senigallia, Fabriano, Macerata, Civitanova Marche e Porto San Giorgio. Una mobilitazione promossa ad un anno dalla pandemia, con un duplice scopo: da un lato per chiedere la liberazione dei brevetti dei vaccini contro il covid-19 e dall’altro per contestare le politiche sanitarie adottate dalla Giunta regionale nella gestione della pandemia.

Una protesta che è passata attraverso striscioni e volantini, visto che 4 province marchigiane sono in zona rossa con limitazioni agli spostamenti, nei quali hanno denunciato quella che definiscono una «privatizzazione della salute» riferendosi ai brevetti relativi ai vaccini contro il covid, le cui dosi arrivano con il contagocce. Le manifestazioni di oggi, come fanno notare gli organizzatori, cadono nella giornata in cui il Consiglio dell’Organizzazione Mondiale del Commercio si riunisce per riaffermare che la proprietà dei brevetti «deve essere anteposta alla vita ed alla salute delle persone» scrivono in una nota.

I centri sociali chiedono «una vaccinazione rapida, efficace, gratuita, sicura e universale, prerequisito per tutelare la salute, recuperare la libertà, la socialità e riprendere la vita economica». Sostengono che la ricerca scientifica debba essere pubblica e l’accesso al vaccino Sars-CoV2 «libero e gratuito, per l’immediata sospensione della proprietà intellettuale, per l’esproprio dei brevetti, per una produzione di vaccini su larga scala, per la socializzazione del know-how e delle innovazioni tecnologiche-scientifiche».

Parallelamente i centri sociali hanno criticato le politiche sanitarie adottate dalla Giunta regionale nella gestione della pandemia che secondo i manifestanti «ha ridotto in poche settimane le Marche in un lazzaretto a cielo aperto, con gli ospedali quasi al collasso». «Ad oggi – fanno notare – , le Marche sono le prime tra le regioni italiane per posti letto occupati nelle terapie intensive e numero dei ricoveri nei reparti covid».

Il presidio a Senigallia

A finire nel mirino dei centri sociali è anche la campagna vaccinale: «Se guardiamo il dato delle persone vaccinate in rapporto alla popolazione – si legge in una nota stampa – , vediamo che la regione Marche al 2% circa, è sestultima. Il dato è ancora peggiore se prendiamo in considerazione la popolazione più fragile, infatti, le Marche sono quartultime per la vaccinazione degli over 80, con appena il 25% degli individui compresi in questa fascia che hanno ricevuto la prima dose e solamente l’1,5% che ha ricevuto la seconda. Intanto non si capisce perché la regione tiene nel cassetto 40.000 dosi di vaccino AstraZeneca la cui efficacia è ampiamente dimostrata».

Manifestazione a Macerata

Con la curva pandemica in salita, secondo i centri sociali occorre accelerare sulla campagna vaccinale per immunizzare rapidamente il maggior numero di persone possibile, «ma questo non sta avvenendo – lamentano – . Qualche giorno fa l’assessore Saltamartini ha proposto di comprare i vaccini insieme al Veneto, cercando anche l’alleanza con altre regioni ricche». Una proposta che definiscono «ridicola poiché la regione Marche non è paragonabile al Veneto» e inoltre evidenziano che è basata «sulla logica del “prima i ricchi”, rivendicata anche da Letizia Moratti e secondo cui la distribuzione deve avvenire in base al Pil delle regioni».

Il presidio a Porto San Giorgio

L’attacco dei centri sociali riguarda anche l’incremento «del 40% delle tariffe destinate al privato per i posti letto Covid messi a disposizione», per poi toccare la carenza di personale con «gli inaccettabili ritardi dei bandi per i concorsi Asur e l’assenza di borse di specializzazione» e lo screening di massa, fortemente criticato dagli attivisti perché «efficace se coinvolge percentuali molto elevate della popolazione (circa il 70%) mentre nel modo in cui è stato costruito nella nostra regione ha riguardato il 18,8% dei cittadini».

L’attivista Michele Binotti, rimarca che la nostra regione viene «da anni di tagli al personale, ai posti letto, alla ricerca, alle borse di studio, ma è evidente che l’idea di sanità di questa Giunta e in particolare dell’assessore Saltamartini è quella di andare sempre più verso una esternalizzazione dei servizi al privato». Poi fa notare le dichiarazioni rilasciate dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che a fronte «della chiusura del Pronto Soccorso del più grande ospedale delle Marche, quello di Torrette, e lui dice che non è un problema».

La mobilitazione a Fano