ANCONA – Addizionale Irpef, Imu, Icp, Tosap, Tari… quanto pesano le tasse locali su cittadini e imprese? Cosa, soprattutto, si può fare per alleviarne il carico? A queste domande cercherà di rispondere Cna Ancona, in un confronto aperto con i sindaci delle sei principali città della provincia: Ancona, Senigallia, Jesi, Falconara, Fabriano, Osimo.
La formula scelta è quella della tavola rotonda, aperta al pubblico, moderata dal giornalista Maurizio Socci, che si terrà martedì 12 dicembre, alle ore 21, la sede Cna di via Umani 1/a ad Ancona.
L’argomento sarà introdotto da Claudio Carpentieri, responsabile delle Politiche Fiscali di Cna Nazionale, dati alla mano provenienti dall’Osservatorio Nazionale Cna sulla tassazione locale. «Pesa ancora troppo la pressione fiscale sull’attività delle piccole e medie imprese e i numeri parlano chiaro. Per questo abbiamo sentito la necessità di confrontarci direttamente con i sindaci».
È Massimiliano Santini, direttore Cna Territoriale Ancona, a spiegare le motivazioni che hanno portato ad organizzare il confronto pubblico. «Dal 2011 al 2017 – continua Santini – secondo i dati dell’Osservatorio Cna, la pressione fiscale passa in Italia dal 59 al 61,2% (60,6% la media marchigiana). Tra i principali comuni della provincia di Ancona quello che sta peggio è Falconara (62,5%), mentre Fabriano e Jesi si aggiudicano la quota più bassa (57,9%). Ma in realtà è una guerra tra poveri perché comunque parliamo di oltre la metà di un reddito d’impresa che se ne va in tasse». Che prosegue: «In effetti, ad esempio, sono centinaia, nella nostra provincia, le imprese costrette a pagare un odioso balzello due volte. Si tratta della famigerata imposta Imu sui capannoni. Su questa superficie, pagano già tasse calcolate sul reddito d’impresa alle quali si aggiunge anche l’imposta citata».
Non a caso, in questi giorni è partita anche la campagna nazionale della Cna #bastablabla sulla Legge di Bilancio.
«La tavola rotonda sarà anche l’occasione – conclude Santini – per spiegare cosa la Cna si aspettava dal Governo sulla Legge di Bilancio e cosa è stato promesso ma non mantenuto. Motivo per cui stiamo lanciando in tutta Italia una campagna in cui diciamo chiaramente che le parole non ci bastano, vogliamo i fatti per aiutare le imprese a sostenere l’economia italiana».