ANCONA- Anche il capoluogo marchigiano ha partecipato attivamente allo sciopero odierno (martedì 9 febbraio) nazionale che ha interessato il personale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. La mobilitazione si è protratta dalle 9 alle 16.59 comportando alcune variazioni alla tradizionale circolazione dei treni. Nonostante i servizi minimi garantiti, non sono mancati i disservizi che si sono concentrati perlopiù sulla tratta regionale visto e considerato che di treni a lunga percorrenza (anche a causa delle riduzioni derivanti dal Coronavirus) non ne risultavano programmati molti.
A fornire le motivazioni dell’agitazione è stato il referente del comparto Ferrovie dell’Or.Sa (Organizzazione Sindacati Autonomi di Base) Fabio Riberti: «Questo è uno sciopero per la sicurezza di tutto il trasporto ferroviario in mezzo ad una pandemia mondiale. L’Or.Sa, in presenza di un rinnovo contrattuale in corso, non si aspettava salari o premi ma garanzie per organizzare meglio il lavoro. Abbiamo macchinisti e capitreno che fanno più di 10 ore ininterrotte senza avere, in alcuni casi, neanche un posto dove andare a mangiare. Stesso discorso per gli operai. In termini di sicurezza questo paese sta scivolando verso l’inciviltà».
E ancora: «Siamo stati costretti a ricorrere contro Inail che non ha riconosciuto un infortunio sotto pandemia ad un nostro assistito che ha lavorato incessantemente prendendosi una polmonite. Mi sembra che la sicurezza sia ostentata solo sulle slide, i decreti talvolta sono carta straccia. La sentenza di Viareggio dimostra che il prezzo più alto per un treno che non doveva deragliare lo pagano le famiglie di 32 persone innocenti. Se l’etica non esiste come possono esistere leggi per la sicurezza sul lavoro? Questo sciopero è riuscito bene, se ci saranno le premesse e non verremo ascoltati procederemo con lo sciopero di 24 ore».
Trenitalia ha tenuto a specificare che «I treni che si trovano in viaggio a sciopero iniziato arrivano comunque alla destinazione finale se è raggiungibile entro un’ora dall’inizio dell’agitazione sindacale; trascorso tale periodo, i treni possono fermarsi in stazioni precedenti la destinazione finale».