ANCONA – Oltre 400 persone al primo memorial Farinelli, uno dei primi eventi pubblici della fondazione Lorenzo Farinelli Onlus. La maratona di una settimana fa – fino all’anno scorso conosciuta come «La dieci di Ancona» – ha coinvolto le vie di Ancona ed è stata un successo. L’evento è stato intitolato a Lorenzo Farinelli, per tutti Lollo, il medico e attore anconetano scomparso all’inizio del 2019 per via di un linfoma non-hodgkin diffuso a grandi cellule di tipo B.
Colonna sonora della corsa cittadina è stata la ricerca, uno degli obiettivi della fondazione Farinelli, presieduta dalla madre di Lollo, Amalia Dusmet. «La dieci di Ancona ha coinvolto 400 persone. È stato l’assessore allo sport del Comune dorico, Andrea Guidotti, a dirmi se avessi avuto piacere di intitolare l’iniziativa a Lollo. Ho risposto di sì, perché sarebbe stata l’occasione per ricordare mio figlio e un modo per far conoscere la nostra fondazione, fortemente voluta da Lollo».
Lorenzo ha lottato come un leone per sconfiggere la malattia, un tumore chemioresistente. La speranza, lui, non l’ha mai persa, ma essendo medico era consapevole della diagnosi. Tanti i personaggi dello spettacolo e i volti noti che si mobilitarono, da Christian De Sica a Elisa Di Francisca. La raccolta fondi per curarlo fu una gara di solidarietà incredibile. Lollo sarebbe dovuto andare negli Usa per provare ad essere salvato con la terapia Car-T. Allora, solo gli Stati Uniti erano all’avanguardia, benché in Italia ci fossero dei centri, come a Milano e Bologna, dove si stava iniziando la sperimentazione. «Fino al 2019, Ancona era lontanissima dalle terapie Car-T – sottolinea Dusmet – ma ora le cose stanno cambiando».
Ora, per questa cura, c’è il via libera anche alla Clinica ematologica dell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona. Un obiettivo raggiunto a luglio 2021, soprattutto grazie all’impegno della fondazione Lorenzo Farinelli Onlus, che ha devoluto 35mila euro per l’istituzione di un assegno di ricerca indirizzato allo studio della terapia Car-T.
Una terapia che negli Usa, ai tempi di Lollo, sarebbe costata 1 milione di dollari: «Negli Stati Uniti – a Boston e Philadelphia – i costi della cura erano a carico dei pazienti. In Italia, invece, è gratuita e questo va ribadito e sottolineato – commenta Dusmet. È infatti il sistema sanitario italiano – prosegue – a sobbarcarsi gli ingenti costi del trattamento, che ammontano a circa 350mila euro».
Un trattamento doloroso e complesso che consiste nel «prelevare le cellule malate dal paziente, nell’ingegnerizzarle e nel reimpiantarle – per così dire – nel paziente, in un secondo momento. Ingegnerizzare la cellula – precisano dalla fondazione – significa, in parole povere, istruire alcune cellule a combattere quelle malate». Prima, l’ingegnerizzazione veniva fatta solo in Usa, ora invece pure in Italia.
Molti i potenziali effetti collaterali. Per prevenirli, la fondazione Lorenzo Farinelli Onlus ha contribuito all’acquisto di un apposito macchinario, donato alla Clinica ematologica dell’ospedale di Bologna. Ma c’è ancora molto da fare, perché allo stato attuale, la Car-T viene riservata solo ai pazienti under 70. «Riconosco che si siano fatti importanti passi avanti, ma ci siamo fatti promotori di un appello all’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, per innalzare l’età a 75 anni».
Lorenzo, con la terapia Car-T, oggi, avrebbe «il 30% di possibilità di guarire e sopravvivere. La ricerca – secondo la presidente Dusmet – è fondamentale, anche per studiare e combattere tante altre forme di tumori. Cosa direbbe Lollo? Beh, ci direbbe grazie. E basta».
Per donare e sostenere la fondazione: IBAN Monte Paschi Siena IT 32 S010 3002 6030 0000 1964 887 intestato a: FONDAZIONE LORENZO FARINELLI ONLUS – IBAN Intesa San Paolo IT14D0306902609100000004350 intestato a: FONDAZIONE LORENZO FARINELLI