ANCONA – La privatizzazione di Aerdorica divide. Da una parte Ali Marche (Autonomie Locali Italiane) esprime soddisfazione per questo risultato, dall’altra il Partito della Rifondazione Comunista parla di sconfitta, per i lavoratori e per le Marche.
«Come Ali Marche esprimiamo soddisfazione per l’esito dell’assemblea degli azionisti di Aerdorica che ha ratificato l’ingresso di Njord Partners quale azionista di maggioranza con il 91,5% del capitale e la conseguente privatizzazione dell’azienda. Condividiamo altresì la scelta della Regione Marche di detenere le azioni rimanenti. Si completa così un arduo e lungo lavoro di risanamento e privatizzazione di Aerdorica SPA – dichiarano il presidente di Ali Marche Valerio Lucciarini e il direttore Emanuele Lodolini -. Siamo davanti ad un grande risultato per tutta la regione. Ed è un motivo di grande soddisfazione per il lavoro fatto dalla Regione Marche, dal Presidente Luca Ceriscioli e dall’Assessore alle Infrastrutture Anna Casini. Non solo risanamento, dunque, ma anche futuro per quella che non è solo un’infrastruttura fondamentale per le Marche ma una leva straordinaria per la crescita e lo sviluppo del territorio. Non un vezzo, un capriccio, dunque, ma una necessità per far crescere questa regione. Occorrerà mantenere alta l’attenzione sui futuri programmi di sviluppo della infrastruttura e sul destino del personale dipendente e dell’indotto che deve comunque essere garantito».
Non la pensa allo stesso modo il Partito della Rifondazione Comunista, preoccupato per il futuro dei lavoratori. «È davvero difficile condividere l’entusiasmo del Presidente della Regione Marche Ceriscioli per la conclusione della vicenda Aerdorica. La privatizzazione della società, per altro in questi lustri sempre sulla soglia del fallimento grazie a scelte di management improvvide, avventate, lasciate senza controllo a saccheggiare quel poco che restava nel patrimonio della società (vedi la vicenda Morriale), non è “una missione impossibile vinta” ma il fallimento della sua giunta e di quella che lo ha preceduto. La sconfitta del sistema Marche, dove hanno prevalso particolarismi e piccoli interessi, la caporetto dell’imprenditoria regionale, sempre pronta a pontificare su questa vicenda e non solo, sempre in fuga davanti all’ impegno finanziario e alle responsabilità. Per i lavoratori poi – commenta in una nota il Partito – che pure in questi anni hanno subito di tutto, il futuro resta quantomeno nebuloso, tanto che proprio oggi mentre il presidente della Regione dichiara “il nostro impegno è quello di non lasciare nessuno senza lavoro”, il nuovo amministratore delegato Bassetti confessa “il nostro obbiettivo è passare da 94 dipendenti ad una sessantina” quello che è certo però è da subito l’avvio della cassa integrazione».
«Per finire il territorio, cioè i Comuni prossimi allo scalo aereoportuale, che per un milione di ragioni avrebbero la necessità di essere nella nuova società o perlomeno, avere un ruolo nel controllo delle scelte imprenditoriali, costretti, con il cappello in mano, a pietire qualche quota senza, finora, ricevere risposta. Siamo, come lo dovrebbe essere l’intera comunità marchigiana, molto preoccupati, attendiamo che anche altri, a cominciare dal sindacato, facciano sentire la loro voce- conclude Rifondazione – affinché la nuova società dia garanzie e soprattutto, siano previste modalità e strumenti di controllo “pubblico” sulla gestione di un’infrastruttura importante per l’economia regionale».