Ancona-Osimo

Privatizzazione risorse idriche, dieci anni dopo rinasce il Coordinamento marchigiano per l’acqua bene comune: «Subito una vertenza regionale»

Era il 12 giugno del 2011 quando circa 700mila marchigiani, al referendum, votarono contro la privatizzazione dell'acqua. Ieri una manifestazione ad Ancona per ricostituire il movimento popolare

Conferenza per acqua pubblica

ANCONA – Si sono dati appuntamento ad Ancona, alle 13 cannelle, in una data che ha anticipato di un giorno un anniversario storico, sancendo la rinascita nella Regione del “Coordinamento marchigiano dei movimenti per l’acqua bene comune“. Erano presenti associazioni, comitati, attiviste e attivisti che hanno deciso di riprendere in mano il percorso solcato negli anni precedenti. Obiettivi? Una piattaforma di intenti condivisi tra i vari territori sulla quale sarà aperta una vertenza regionale.

«Era il 12 giugno 2011, quando circa 700mila cittadini marchigiani (il doppio di quelli che ad esempio hanno espresso l’attuale Governo regionale) – scrivono in una nota dal Coordinamento – votarono contro la privatizzazione dell’acqua, per una sua gestione pubblica, trasparente e fuori da qualsiasi logica di mercato. A distanza di un decennio, mentre a livello globale dal dicembre scorso l’acqua è stata addirittura quotata in borsa come un qualsiasi prodotto commerciale, a dispetto dell’esito referendario, in Italia ed anche nella nostra Regione i processi di mercificazione dell’acqua, sebbene in modo strisciante, non si sono mai realmente arrestati. Peraltro l’incongrua natura di «società per azioni» dei soggetti pubblici che gestiscono il servizio idrico non favorisce la trasparenza e la partecipazione».

Da qui la decisione di ricostituire il Coordinamento: «Siamo convinti che, anche in relazione agli espliciti richiami del premier Mario Draghi nell’ambito del Recovery Plan, alle presunte virtù dei mercati nei servizi di interesse collettivo, sia necessario un attento presidio dei principi espressi inequivocabilmente dal popolo italiano in occasione del referendum – continuano -. Intendiamo quindi sensibilizzare le cittadine e i cittadini sull’importanza di una gestione partecipata, sostenibile, solidale e trasparente delle risorse idriche e innescare un confronto permanente e strutturato con la Regione Marche e con soggetti preposti nei cinque ambiti ottimali marchigiani al governo ed alla gestione del Servizio Idrico Integrato».

A tal proposito, condividendo la strada da seguire, il Coordinamento lavorerà per costruire una vertenza regionale, denominata “Piattaforma Regionale dei movimenti per l’acqua”. Che avrà i seguenti punti fermi: «Tempestiva determinazione da parte della Giunta Regionale dei criteri di composizione delle “Consulte degli utenti”, in attuazione dell’articolo 4 della legge regionale 30/2011, al fine di consentirne l’istituzione presso ognuna delle AATO marchigiane quale strumento di partecipazione dei cittadini e delle associazioni alla scelte di governo e di gestione del servizio idrico integrato; opposizione a qualsiasi ipotesi di accorpamento delle attuali AATO in una AATO unica ed all’affidamento ad un unico gestore del servizio idrico nell’ambito del territorio regionale; trasformazione degli attuali soggetti gestori del servizio idrico dall’incongrua e poco trasparente forma giuridica di Società per Azioni in Aziende Speciali Consortili».

E ancora: «Opposizione ai tentativi in atto di superare la peculiarità della gestione dell’acqua con la trasformazione degli attuali soggetti gestori del servizio idrico in società multiutility, concepite per un approccio alle risorse idriche di tipo industriale e commerciale; contrasto ai processi di privatizzazione strisciante della gestione dell’acqua attuati attraverso lo smembramento e l’esternalizzazione da parte dei gestori di rami di servizio precedentemente svolto da personale interno; attuazione di un piano straordinario di recupero delle attuali perdite di acqua presenti negli acquedotti regionali come fonte primaria di reperimento di ulteriori risorse idriche di qualità; modulazione trasparente e socialmente sostenibile delle tariffe applicate all’utenza, evitando i cospicui utili di varie società di gestione, evidentemente determinati dal loro sovradimensionamento. Implementazione nella legislazione regionale di precise norme volte a determinare che in ogni realizzazione o ristrutturazione di immobili, siano attuate specifiche soluzioni impiantistiche finalizzate al risparmio delle risorse idriche ed al recupero per gli usi compatibili di acque piovane e reflue».

Queste le prerogative fissate dal ricostituito “Coordinamento marchigiano dei movimenti per l’acqua bene comune”, cui hanno dato massima adesione tanti soggetti, associazioni e privati cittadini a tutela dell’acqua, risorsa essenziale.