ANCONA – Nuova udienza del processo per il crac di Banca Marche. Ad essere sentito nell’Aula del Tribunale di Ancona, è stato Federico Terrinoni, uno dei tre commissari dell’istituto di credito marchigiano, nominati nel 2013 da Banca d’Italia, per affiancare l’ex direttore generale Luciano Goffi nella gestione temporanea nella banca.
Interrogato dal legale di Unione Nazionale Consumatori, Corrado Canafoglia, che patrocina oltre 3.000 risparmiatori che hanno perso i loro risparmi, Terrinoni avrebbe riferito che alla data della messa in risoluzione della banca, avvenuta nel novembre 2015 per effetto del Decreto “Salva Banche”, l’istituto marchigiano non si sarebbe trovato in stato di insolvenza.
Il primo commissario di Banca Marche ha poi ricostruito i passaggi del prestito di 4 miliardi 300 milioni, erogato nel settembre 2013 da Banca d’Italia per saldare il debito che quest’ultima aveva contratto con la BCE Banca Centrale Europea.
Banca Marche avrebbe rimborsato a Banca d’Italia complessivamente 1 miliardo e 609 milioni per poi far subentrare quale Fonspa, specializzato nella gestione di crediti deteriorati, per un residuo di 2 miliardi e 750 milioni.
Terrinoni avrebbe poi riferito che Fonspa sarebbe subentrata utilizzando un credito direttamente da BCE, inoltre ha ricordato che alla fine del commissariamento Banca Marche avrebbe avuto in dotazione oltre 500 milioni di titoli di Stato.