ANCONA – Udienza rinviata al 14 marzo prossimo per legittimo impedimento dell’imputato. La decisione del Gup Paola Moscaroli è arrivata poco fa al Tribunale di Ancona in seguito all’impossibilità di Claudio Pinti di prendere parte al processo con rito abbreviato. L’untore dell’hiv si trova in condizioni di salute molto precarie per patologie correlate all’Aids che non gli consentono di essere trasportato. La comunicazione è stata inviata dall’Ospedale di Viterbo (giunta ieri in Tribunale), dove l’uomo si trova ricoverato dal 27 dicembre scorso, in una sezione della medicina protetta, dopo esservi stato trasferito dal carcere di Rebibbia.
«Un giusto rinvio – ha commentato l’avvocato di Claudio Pinti, Maria Alessandra Tatò – Il mio assistito desidera partecipare al processo e questo è un suo diritto costituzionalmente sancito». Un rinvio inevitabile visto il legittimo impedimento è la posizione espressa dalle legali di Giovanna Gorini, l’ex compagna di Pinti, Elena Martini e Cristina Bolognini, oltre che dai legali dell’altra donna contagiata (l’ex fidanzata di Pinti), gli avvocati dello Studio legale Scaloni e dall’avvocato Finucci, delegata dallo Studio legale Marco Fioretti che rappresenta la figlia dell’untore la cui tutrice è la sorella della Gorini.
L’autotrasportatore di Montecarotto è accusato dell’omicidio della ex compagna, deceduta per complicanze legate all’Aids (leggi l’articolo), e di lesioni gravissime nei confronti di un’altra donna. Entrambe sono state contagiate dall’Hiv trasmessogli dall’uomo che, nonostante fosse già a conoscenza delle sue condizioni di salute, avrebbe nascosto alle donne la sua malattia.
Pinti non aveva presenziato neanche alla seduta della prima udienza, tenutasi lo scorso 17 gennaio (leggi l’articolo), sempre per lo stesso motivo, ovvero perché non trasportabile a causa delle precarie condizioni di salute.
Pinti continua a non sottoporsi alle terapie, nonostante la famiglia (tre fratelli, una sorella e i due genitori) e il suo legale stiano tentando in ogni modo di convincerlo. L’uomo infatti continua a sostenere le sue tesi negazioniste circa la malattia, teorie, che come spiega il suo legale, sono anche supportate dalla lettura di alcune pubblicazioni, tra cui quelle del virologo Peter Duesberg, autore del libro “Aids, il virus inventato” e quella dell’ematologo, oncologo, oftalmologo e omeopata Domenico Mastrangelo, autore del testo “Le falsità sull’Aids”.
Nel corso dell’udienza precedente il Pm Marco Pucilli aveva chiesto davanti al Gup Paola Moscaroli 24 anni di condanna (più tre per lesioni continuate) che però, con il rito abbreviato, si riducono di un terzo, attestandosi a 18 anni di pena.