ANCONA – Nell’operazione riaperture un posto di rilievo lo occuperanno – legittimamente – le Università. È risaputo, infatti, che da febbraio si cercherà di riaprire i battenti alle lezioni in presenza e per questo motivo l’Università Politecnica delle Marche guidata dal rettore Gian Luca Gregori ha già reso nota la sua posizione in merito con un protocollo destinata alla riapertura.
Le attività formative e curricolari del secondo semestre sono garantite a distanza e contemporaneamente in presenza tramite le modalità e l’utilizzo dei sistemi di prenotazione adottati dall’Ateneo. Inoltre sono consentite le attività di tirocinio e laboratoriali per tutti gli studenti, anche presso le organizzazioni convenzionate, in quanto indifferibili e indispensabili per il regolare svolgimento e conclusione dei percorsi universitari.
Non solo, è consentito agli studenti, per la realizzazione delle tesi di laurea, l’accesso ai laboratori nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Sono aperti i servizi comuni dell’università nelle modalità organizzative delineate dalle singole strutture ed sarà garantito anche lo svolgimento degli esami e delle sedute di laurea e quelle per il conferimento dei titoli post lauream in modalità a distanza.
Proseguiranno inoltre, come comunicato dall’interno dell’Univpm, le collaborazione studentesche (150 ore) e, per i dottorandi, le lezioni didattiche saranno erogate a distanza (in presenza quelle connesse alla ricerca).
«L’Università Politecnica delle Marche riapre le porte a tutti gli studenti, non solo quelli dei primi anni – ha affermato Gregori – La decisione presa tiene conto del fatto che ogni attività verrà svolta nella massima sicurezza, continua il Rettore, seguendo le modalità e l’utilizzo dei sistemi di prenotazione adottati dall’Ateneo, app e piattaforma web, misure già in uso dagli studenti, in relazione all’evoluzione dell’emergenza sanitaria».
Inoltre: «L’Università ha investito molto, circa 1 milione di euro, per agevolare la didattica a distanza. Si tratta di una serie di misure per agevolare il rientro in aula in sicurezza all’inizio dell’anno accademico, per migliorare l’areazione delle aule, per l’acquisito dei dispositivi di sicurezza, per garantire la presenza di personale formato in portineria e acquistando termoscanner. In aggiunta, per sostenere, in questo momento di difficoltà, i propri studenti, l’Univpm ha erogato un contributo economico a titolo di rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di strumentazione informatica, anche allo scopo di favorire l’accesso da remoto alle attività didattiche dell’Ateneo, attivate nel periodo emergenziale».
Sui trasporti pubblici? «Continua il servizio Politecnica Link che collega la stazione al polo Monte Dago e stiamo lavorando con Ferrovie dello Stato per implementare lo stesso servizio verso il polo di Torrette».
La risposta del Gulliver
A rispondere alle dichiarazioni del Rettore, il collettivo studentesco “Gulliver”-Udu Ancona, tra le storiche istituzioni universitarie anconetane, che ha fatto sentire la sua voce proprio in merito a quanto detto.
Attraverso le parole della responsabile Sara Campanella sono stati toccati tutti gli argomenti della stretta attualità: «L’Università ha decretato che anche per il secondo semestre continuerà lo svolgimento della didattica mista, dando libera scelta allo studente di seguire le lezioni in presenza o a distanza a seconda della sua situazione. La didattica a distanza in questo momento diventa fondamentale, in quanto la situazione è ancora molto complessa in questo momento e ciò permetterebbe l’erogazione della didattica in modo sicuro per gli studenti. Allo stesso modo per gli esami: la modalità a distanza viene sempre garantita, permettendo allo studente la possibilità di farli in presenza se sceglie questa modalità. Stessa cosa per le lauree. Come per il primo semestre l’Università si sta impegnando per garantire la massima sicurezza per gli studenti che decidono di tornare nelle aule e nei corridoi, attraverso scanner della temperatura, controllo delle presenze all’interno delle strutture e prenotazione dei posti in aula e dei servizi per gli studenti, tutto fatto per controllare al meglio la circolazione degli studenti all’interno della strutture. Noi, come componente studentesca, insieme all’amministrazione dell’Università e al corpo docenti, speriamo che il ritorno in presenza si possa avere il prima possibile e nel modo più sicuro, in quanto l’Ateneo vive della presenza degli studenti e di tutti i suoi componenti».
Il nodo da sciogliere resta sostanzialmente uno: «Sicuramente il problema dei trasporti è il più importante. Non è accettabile che per problemi logistici, che dovevano essere risolti già a settembre, ne risentano gli studenti. È necessario e improrogabile un piano per i trasporti, al fine di garantire sicurezza agli studenti, e mirato a risolvere tutte le criticità che sono emerse in questi mesi. In più continua il gap digitale: molto spesso si pensa che ormai tutti abbiano una connessione internet stabile o mezzi sufficienti per poter seguire le lezioni in diretta streaming o in differita. In realtà non è così, molti sono gli studenti che stanno soffrendo questo divario e si sta ripercuotendo sulla esperienza universitaria. In ultimo è necessario un effettivo sostegno economico agli studenti universitari, sia fuori sede che pendolari. Molti studenti che hanno deciso di prendere una stanza nella città universitaria o di rinnovare gli abbonamenti ai trasporti pubblici in questo periodo non hanno usufruito appieno dei servizi, in quanto l’Università è comunque rimasta chiusa. Per poter garantire che ciò non vada a gravare sulle tasche delle famiglie degli studenti, in una situazione già economicamente difficile, è necessario che la Regione Marche metta in atto delle politiche di sostegno alle famiglie, attraverso un contributo affitto e un rimborso dei trasporti».
Non manca una riflessione anche sull’apprendimento a distanza: «Dopo quasi un anno di didattica a distanza questa è diventata normale routine e i docenti e professori si sono abituati a svolgere didattica in questo modo e non si evidenziano più grossi problemi. Il problema è che, appunto, si è arrivati a svolgere un anno di lezioni ed esami a distanza andando a ridurre all’osso l’esperienza universitaria e lasciando gli studenti universitari completamente in balia di loro stessi. Le lezioni online sono un buon mezzo che ci è stato fornito per poter andare avanti in un periodo di emergenza, ma appunto deve rimanere uno strumento emergenziale e non sostitutivo: è necessario che si elimini il luogo comune dell’università declinata esclusivamente in lezioni ed esami. C’è il sentore che invece il Governo e la Regione stiano usando la didattica a distanza come scusa per procrastinare la decisione di far ripartire l’Università e la ricerca. Non possiamo dimenticare o ignorare la totale mancanza di considerazione che l’Università ha subìto e sta subendo durante il periodo di pandemia, portando alla perdita di punti di riferimento e di certezza da parte degli studenti universitari. Anche perchè non si tiene a mente che il carico a cui noi studenti universitari siamo sottoposti è elevato: non si considera minimamente il lato psicologico, sempre più studenti chiedono aiuto perchè la situazione sta diventando pesante e difficile da gestire. Siamo completamente assorbiti da questa routine tra lezioni online, progetti, revisioni, esami che ci stiamo alienando da tutto il resto».