ANCONA – Una tutela per i liberi professionisti, affinché venga garantito e promosso il valore delle loro prestazioni professionali. L’introduzione dell’equo compenso, voluta in una prima fase dal legislatore nazionale limitatamente ad alcune categorie, è stata poi estesa ad atri soggetti fino a contemplare nell’intervento complessivo anche i contratti stipulati con la pubblica amministrazione. Si colloca in questo contesto la proposta di legge sottoscritta dal Presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mastrovincenzo, e dal consigliere Gino Traversini, illustrata oggi a Palazzo delle Marche nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione dei Presidenti di Confprofessioni Marche, Gianni Giacobelli, del Comitato unitario permanente degli ordini e dei collegi professionali, Roberto Di Iulio, e di Massimo Conti in rappresentanza delle professioni tecniche.
«È una proposta di legge – ha sottolineato il Presidente Mastrovincenzo – che abbiamo concretizzato attraverso un confronto diretto con gli ordini professionali accogliendo suggerimenti e proposte. Contiamo di arrivare alla discussione in Aula entro il mese di ottobre. Tra gli obiettivi, come ho avuto modo di dire in diverse occasioni, c’è quello di riportare il lavoro al centro dell’attenzione, in ogni suo aspetto. Attraverso questo atto, le Marche si pongono tra le prime regioni italiane a legiferare in materia, attivando una condizione di equità». Come spiegato dal presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli, «l’Italia annovera oltre un milione di professionisti, un dato sicuramente superiore ad altri Stati dell’Unione Europea, con un aumento di circa 214mila unità tra il 2010 e il 2014. A livello regionale ne sono operativi 30mila. Si evince anche da questi dati l’importanza di un riequilibrio complessivo in relazione ai compensi, soprattutto per le fasce contrattualmente più deboli e per fornire nuovi stimoli e nuove speranze ai nostri giovani».
Dello stesso parere Di Iulio e Conti che hanno parlato di «legge che protegge i liberi professionisti» e della necessità di «coniugare l’equo compenso anche ad un aumento della qualità delle prestazioni». Nella proposta di legge l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa e la Giunta regionale vengono chiamati ad adottare atti di indirizzo che garantiscano la promozione e valorizzazione delle attività professionali attraverso il riconoscimento del diritto ad un equo compenso, necessariamente proporzionato alla quantità, alla qualità, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione resa, oltre che conforme ai parametri applicabili alla specifica professione, così come stabilito anche dal legislatore nazionale. Gli stessi parametri dovranno essere utilizzati, quale criterio o base di riferimento, ai fini dell’individuazione dell’importo da porre a base di gara e nei contratti di incarico professionale non dovranno essere inserite clausole vessatorie. Viene previsto, inoltre, che la Regione promuova l’adozione da parte degli Enti locali di misure atte a garantire quanto stabilito dall’intervento legislativo in questione.