ANCONA – Stabilizzare i dipendenti della scuola. È quanto ha chiesto a gran voce il mondo sindacale in Piazza Roma ad Ancona. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal nel pomeriggio di oggi – 9 giugno – sono scesi in piazza per un flash mob di protesta con cui hanno chiesto anche di modificare il decreto Sostegni Bis.
Secondo le sigle sindacali il decreto, il cui iter di conversione è già stato avviato alla Camera, deve essere integrato per arrivare ad una scuola dove non ci sia più precariato e di conseguenza dove siano garantiti una maggiore sicurezza e rispetto dei diritti.
Nelle Marche ad essere precario è un lavoratore su cinque: un 20% dei contratti, sia dei docenti che del personale Ata, sono a tempo determinato. Un settore, quello della scuola, che nella nostra regione dà lavoro ad oltre 6.500 lavoratori, dei quali 2.354 ad Ancona, 1.550 a Pesaro, 1.255 a Macerata, 748 ad Ascoli, 649 a Fermo, ai quali però chiedono che venga riconosciuta una stabilità contrattuale anche in virtù dell’impegno messo in campo durante la pandemia che ha stravolto la modalità didattica, introducendo la dad e obbligando ad uno sforzo organizzativo non indifferente. Una stabilizzazione, che secondo i sindacati è essenziale anche in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico a settembre.
Al flash mob erano presenti i segretari regionali del comparto Lilli Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Antonio Spaziano (Uil Scuola Rua) e Paola Martano (Snals Confsal).
La manifestazione, che si svolge da oggi in tutta Italia, vuole protestare contro «il decreto Sostegni Bis messo in campo dal governo Draghi il giorno precedente al Patto per la Scuola siglato dal ministro dell’Istruzione Bianchi – ha spiegato Lilly Gargamelli, segretaria regionale Flc Cgil – : elementi, quelli del decreto, che contraddicono e sconfessano in buona sostanza i 21 punti contenuti nel Patto». Proprio per questo motivo una rappresentanza unitaria sindacale manifesterà oggi anche a Roma.
Fra i punti caldi, quello delle classi pollaio per il quale «abbiamo protestato a più riprese, anche l’anno scorso» ricorda Gargamelli, una criticità «che dovremmo comprendere oggi più di prima, proprio per effetto del covid». Per evitare il sovraffollamento nelle classi i sindacati hanno chiesto in maniera unitaria la modifica delle norme che stabiliscono il numero minimo e massimo di alunni per classe, in modo da prevederne «l’abbassamento».
«Una questione – spiega – che attiene alla sicurezza sia degli edifici che all’aerazione dei locali, tanto che persino l’assessore Latini (all’Istruzione, ndr) si è preoccupata di questo elemento». Ma oltre alla sicurezza secondo Gargamelli c’è anche la questione del distanziamento, «elementi legati squisitamente al covid, ma anche alla didattica, alla formazione, alla socialità e alla capacità inclusiva degli alunni nel rapporto corretto con studenti e insegnanti».
I sindacati invocano la stabilizzazione di tutti i precari abilitati e specializzati, inclusi quelli con 3 anni di servizio, insieme ai Dsga facenti funzione con 3 anni di servizio. Inoltre chiedono di eliminare il blocco sulla mobilità per i neoassunti, imposto dal decreto, un vincolo che continua a incidere anche sulle assegnazioni provvisorie. Poi l’accento è andato sul rafforzamento degli organici, a partire dalla conferma dell’organico Covid, e la riduzione del numero massimo di alunni in classe.
La segretaria regionale di Cisl Scuola, Anna Bartolini, ha acceso i riflettori sul precariato: «Il decreto va assolutamente cambiato, perché le soluzioni proposte sono completamente controcorrente rispetto al patto che con le organizzazioni sindacali è stato sottoscritto». La sindacalista ha evidenziato l’assenza di concertazione e il fatto che il piano di assunzioni proposto dal governo «non risolverà assolutamente il problema dei precari. A settembre ci troveremo di nuovo con migliaia di posti vacanti».
E su questo tema ha snocciolato i numeri che danno un quadro chiaro della situazione nel mondo della scuola. «Abbiamo 81mila posti vacanti nella scuola comune e 21mila nel sostegno – spiega – dei vacanti nella scuola comune riusciremo a coprire solo quelli della scuola dell’Infanzia e Primaria, mentre dei 60mila circa della scuola secondaria ne copriremo solo a mala pena la metà». Nelle Marche, stando ai dati forniti dalla sindacalista, ci sono oltre 2.700 posti vacanti, ma «non ci sono persone sufficienti in graduatoria».
La segretaria regionale Snals Confsal, Paola Martano, ha posto l’accento sui concorsi della scuola per la stabilizzazione degli organici: «In questi ultimi anni il precariato è aumentato a dismisura ed è necessario, nell’interesse dei ragazzi e della qualità della scuola, stabilizzare chi della scuola si occupa, e chi consente al ministero di aprire le scuole ogni anno il primo settembre».
Martano ha ricordato che l’anno scorso «sono stati banditi concorsi che non sono stati ancora espletati, addirittura il ministro farà dei concorsi solo per alcune materie, le scientifiche, come se le altre non fossero di pari importanza: è una situazione davvero grave, non si possono utilizzare i lavoratori come se fossero usa e getta».
Antonio Spaziano, segretario regionale Uil Scuola Rua, ha posto l’accento sul blocco della mobilità dei neoassunti e del personale recentemente trasferito: «Siamo passati dal blocco quinquennale del ministro Azzolina, a quello triennale con il nuovo governo, però non cambia la sostanza, dal momento che i docenti neoassunti e quelli che otterranno il trasferimento avranno questo blocco di tre anni».
Ad essere state bloccate, ha rimarcato, sono anche le assegnazioni provvisorie e la possibilità dei docenti di assumere anche contratti a tempo indeterminato con l’articolo 36, per cui «riteniamo che in questo momento, soprattutto così difficile per la pandemia, occorre tenere in considerazione anche gli affetti: sono tantissimi i docenti bloccati in varie parti d’Italia, lontani dai propri cari, a causa di questo blocco» che «continua ad essere deciso in modo unilaterale dal governo quando invece dovrebbe essere materia di contrattazione».