ANCONA – Strade destinate a rimanere con le buche, scuole che potrebbero non vedere partire i cantieri per progetti di ristrutturazione o plessi nuovi, scarsi interventi a favore della tutela ambientale come il rilevamento delle polveri sottili e il mondo dei disoccupati senza una ricollocazione per carenze nel servizio dei centri per l’impiego.
È quanto potrebbe accadere se le Province non riceveranno adeguati finanziamenti nelle prossime programmazioni della legge di stabilità. A sollevare il rischio sono i sindacati confederali che questa mattina si sono riuniti in assemblea con il personale delle cinque Province regionali (Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo) preparando l’adesione allo sciopero nazionale indetto per il 6 ottobre. «Ci uniamo alla mobilitazione – spiega Luca Talevi della segreteria regionale della Cisl Fp – come forma di pressione al Governo. Le risorse per far sì che certi servizi al cittadino e di cui le Provincie si occupano, dall’edilizia scolastica alle strade passando per l’ambiente e la polizia provinciale, possano essere garantiti anche per il futuro. Da tre anni gli enti non possono fare assunzioni e chiediamo quindi la stabilizzazione dei precari». Aderiscono allo sciopero anche la Fp Cgil e la Uil Fpl con i segretari regionali Alessandro Petroldi e Rossano Moscatelli. Se la mobilitazione del 6 sarà a Roma verranno organizzati pullman per la capitale oppure si procederà con la manifestazione nei capoluogo di regione e per le Marche quindi Ancona. Più di 150 i dipendenti delle Province oggi presenti all’assemblea indetta al Conero Break di via Albertini, alla Baraccola.