Ancona-Osimo

Provinciale del Conero, il sogno di Stacchiotti: «A piedi o in bicicletta»

Per il presidente del Parco del Conero manca la cultura del rispetto per questo è importante, spiega: «Un’azione di sensibilizzazione delle associazioni e dei moto club per indirizzare gli appassionati di moto verso la cultura del rispetto»

SIROLO- No alle corse in moto sulla strada provinciale del Conero, sì alla fruizione con le biciclette, a cavallo, a piedi o con i pattini. É l’idea, anzi il sogno di Gilberto Stacchiotti, presidente del Parco del Conero. Stacchiotti interviene sulla problematica degli incidenti in moto che troppo spesso si verificano in quella strada, l’ultimo martedì 25 aprile costato la vita ad un giovane operaio di 21 anni di Porto Recanati. «La strada provinciale 1 nel tratto da Portonovo di Ancona a Fonte d’Olio di Sirolo attraversa il cuore del parco e per questo si presta come via d’accesso preferenziale per quanti vogliano scoprire la bellezza di questo territorio. Senza fretta, naturalmente! Il sogno è farne un tragitto precluso ai mezzi motorizzati, con una fruizione riservata a quanti in quelle curve vogliono osservare, scoprire, apprezzare a piedi, in bici, a cavallo o con i pattini.

Un sogno che trova consenso crescente e che nelle iniziative di mobilità dolce – organizzate annualmente dall’Ente Parco in collaborazione con i Comuni di Ancona, Camerano e Sirolo – riesce a radunare significativa partecipazione- afferma Stacchiotti-. Lungo quella spina asfaltata partono alcuni dei sentieri più belli e frequentati, mentre squarci nelle vegetazione lasciano intravedere panorami mozzafiato sull’Appennino e l’armonia di colline che lo precedono all’orizzonte. Un percorso dal valore anche simbolico nella storia del parco perché qui si sono svolte le tante marce in difesa del Conero».

Gilberto Stacchiotti, presidente Parco del Conero
(Foto Parco del Conero)

Il presidente Stacchiotti parla di una visione nettamente contrapposta a chi considera la strada un circuito dove eccedere in velocità e adrenalina. «É un problema crescente e insopportabile, come il fastidio che denunciano gli abitanti dei luoghi costretti a convivere con questi comportamenti scorretti. Che fare? C’è un problema di controlli certamente. Le forze dell’ordine organizzano giornate di presidio, applicano sanzioni agli irriducibili indisciplinati ma, gli effetti inibitori sembrano sfumare troppo in fretta. D’altra parte se nemmeno quei mazzi di fiori sul guardrail o le fredde lapidi che ricordano tragici incidenti riescono ad indurre a maggiore ragionevolezza gli amici delle due ruote rombanti, che cosa possono fare le sanzioni?», prosegue Stacchiotti-.

Ancora una volta è una questione di cultura. Cultura del rispetto: delle regole, degli altri, della propria vita, della natura. Per questo credo fondamentale l’azione di sensibilizzazione delle associazioni e moto club per indirizzare gli appassionati di questa pratica verso la cultura del rispetto. Queste organizzazioni hanno la loro responsabilità e non possono certo scaricare sugli enti, che pure faranno la loro parte». Il presidente del Parco del Conero riflette anche sui danni all’immagine e sulle questioni ambientali, compresi gli impatti sulla fauna vagante.