ANCONA- Nel grande weekend anconetano della boxe c’è spazio anche per i migliori pugili dilettanti della regione. Tra questi non poteva mancare il classe 2004 Alex Iengo che combatterà domani alle 16 contro il fermano della Nike Fermo Antonio Gramaccini. Il ring sarà sempre quello del Giuliani di Torrette, lo stesso dove saliranno in questi tre giorni i professionisti che si batteranno per il “Trofeo delle Cinture“. Iengo, cantera UPA Boxe Ancona e oggi talento assoluto della Team Boxe Ancona griffata Gls Dorica, è allenato da Diego Pieroni, considerato all’unanimità un ex enfant prodige dei guantoni dorici che oggi nello “Iengo” (come lo iniziano a chiamare nell’ambiente) ci si rivede e non poco:
«Ci siamo conosciuti al Palaveneto e vedevo che voleva rubare con l’occhio sin da subito – spiega Coach Pieroni -. Abbiamo iniziato per gioco adesso facciamo sul serio, in Alex mi rivedo tanto perchè è un mancino di grande tecnica. Nel 2020 è stato campione regionale ma non ci siamo mai posti un obiettivo fisso. Sicuramente posso dire che nel 2021 cercheremo di raccogliere il massimo preparandoci ai campionati italiani Youth (vinti dallo stesso Pieroni in passato) e cercando di fare il meglio nel Torneo Italia a 64kg». L’allenamento in palestra, nel geodetico di Torrette, è intenso ma le risposte di Iengo sono quelle giuste. Pieroni racconta questi ultimi mesi svelando anche qualche aneddoto: «Il Covid, paradossalmente, mi ha dato più tempo per star dietro ai pugili. Oltre ad Alex sto curando anche due ragazzi molto giovani come Kevin Latini e Micheal Soldato su cui credo molto. Alex è il primo pugile che ho portato all’angolo, quando vince lui vinco anche io. Nei ragazzi di Ancona bisogna puntare molto, hanno un gran cuore e insieme possiamo arrivare in alto. Un aneddoto che lega me e Alex? Una volta, al Palaindoor, mi puliva i guantoni. Oggi sono io che li metto a lui. Merita il meglio per il suo impegno».
Determinato, ma sempre con i piedi per terra, Alex Iengo inquadra i prossimi obiettivi: «Voglio ripagare la fiducia, anche mio padre è un pugile sono praticamente cresciuto in palestra. A Diego va il merito di avermi insegnato la tecnica ma la mentalità l’abbiamo sempre avuta in comune. Per me ogni incontro è una partita a scacchi dove ogni avversario è un ostacolo per arrivare al top. Ritmi intensi d’allenamento? Sento che sarò ripagato dopo tutti questi sforzi e anche se ho 16 anni è normale che devo essere attento all’alimentazione e allo stile di vita». Nel suo cammino ci sono alcune figure determinanti ma soprattutto c’è la voglia, un giorno, di diventare qualcuno nel mondo della boxe: «Diego è più di un tecnico, è un amico ed è sempre qui con me. Il grazie più grande va a mio padre che c’è sempre stato e ha sempre creduto in me. L’idolo è Floyd Mayweayher. Dopo trenta incontri l’ansia non è più la stessa ma un segno della croce prima di salire sul ring lo faccio sempre».