ANCONA – Muniti di bombola pescavano ricci di mare alla grotta Azzurra, in zona Passetto, in un periodo stagionale non consentito. Multati quattro pugliesi, tre uomini e una donna. Sono stati sorpresi ieri, dalla Guardia di Finanza e il reparto operativo aeronavale, via mare e via terra. Ad attirare l’attenzione dei finanzieri è stato un sub che viste le fiamme gialle in mare ha raggiunto la riva. I finanzieri però hanno capito che era in atto la pesca. Il gruppetto, arrivato da Bisceglie, ha raccolto subito l’attrezzatura e si è affretto a lasciare la spiaggia percorrendo lo stradello della grotta Azzurra per recuperare poi l’auto. Non avevano però fatto i conti con la Finanza che si era mossa anche via terra aspettandoli alla fine dello stesso stradello. I quattro sarebbero pescatori sportivi.
L’attività ha visto l’impiego di una vedetta delle Fiamme Gialle e di una pattuglia di pronto intervento 117 del Gruppo.
Condotti nella caserma della Stazione Navale della Guardia di Finanza, veniva appurato che i quattro risultavano essere giunti in trasferta da Bisceglie, in Puglia, regione dove il riccio di mare è considerato una prelibatezza ed è gustato dai locali e soprattutto dai turisti, crudo con il pane o con gli spaghetti ma dove, purtroppo, è ormai diventato una rarità a causa della pesca indiscriminata, tanto che il prezzo degli stessi ha raggiunto cifre da 1 euro a pezzo.
La finanza ricorda che la pesca del “Paracentrotus lividus” volgarmente detto “riccio di mare”, è vietata in tutta Italia nei mesi di maggio e giugno per consentirne la riproduzione. Inoltre la pesca sportiva può effettuarsi solo in apnea e con un limite di 50 pezzi ed è severamente vietata la vendita e commercializzazione dei prodotti provenienti da tale attività in quanto privi di idonea documentazione sulla tracciabilità del prodotto e quindi potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.
Nei confronti dei quattro fermati i finanzieri hanno proceduto al sequestro del pescato e della bombola e a multare i quattro con la prevista sanzione amministrativa da 4000 euro. I ricci, ancora vivi, sono stati rigettati rapidamente in mare, al fine di evitare ulteriori danni all’ecosistema marino.