ANCONA – Una rete metallica intrecciata con cordoncini colorati secondo la tecnica del punto croce per raccontare l’identità storica del quartiere di Vallemiano, uno dei più antichi di Ancona. È quanto prodotto nelle ultime settimane dalle ragazze della “Banda della magliaia” che, in collaborazione con altri enti, hanno dato vita all’animo del quartiere ripercorrendo storia e tradizioni di una comunità in continuo spirito di cambiamento. L’opera, grande ed imponente che si può ammirare appena terminato il sottopasso di Vallemiano, è stata affidata anche all’estro di Lorenzo Massacci che ne ha curato particolarmente la prima fase di realizzazione.
Tra i contributi determinanti anche quello di “PepeLab” di Falconara Marittima, rappresentato da Sabrina Maggiori: «Il progetto del punto croce gigante rientra all’interno di un bando maggiore dal titolo “incipit e narrazioni di comunità” – ha spiegato proprio la Maggiori -. Noi come associazione PepeLab abbiamo intercettato alcuni artisti per lavorare nel quartiere di Vallemiano allo scopo di far emergere elementi identitari. Questo perché la zona è diventata una zona di passaggio, frammentata, non unita come un passato. E questo ce lo hanno confermato le stesse persone».
Prima di realizzare l’opera è stato fondamentale il momento d’ascolto, sviluppato in più passaggi: «È stato realizzato un lavoro a cui hanno partecipato più generazioni e diverse professionalità. All’interno di un lavoro corale si sono riscontrate parole utili per definire i perimetri su cui è sorta l’opera fatta chiaramente di elementi visivi. Ne è emersa una sorta di quadro dove spiccava la costruzione della Casa delle Culture, centro aggregativo e simbolo di presente e futuro del quartiere. Poi c’è il ponte, la relazione con gli spazi verdi, e traspare la voglia di rinascere di un’intera comunità sia dal punto d vista urbanistico che da quello spaziale».
Sabrina Maggiori ha concluso spiegando le finalità del punto croce e la sua idee di arte funzionale alla comunità in generale: «Abbiamo provato ad intervenire su una situazione unica e complessa mettendoci in ascolto delle persone. Io rappresento una piccola parte, fisicamente il contributo lo hanno realizzato le ragazze della Banda della Magliaia aiutate dai ragazzi della Poliarte di Vallemiano e mi riferisco ad Asia e Gabriele. Ho visto passione, voglia di mettersi in gioco, scatenare la creatività e mettersi a disposizione della gente. Molte persone l’hanno apprezzato. Arte e creatività possono avere un ruolo centrale nel ridare ruoli identitari. Crediamo fortemente in questo principio».