ANCONA – Risolvere il problema dei parcheggi, sbloccare la situazione dell’ex Byblos e riconvertire gli immobili non finiti e invenduti. Sono queste le criticità maggiori che affliggono le Palombare. Più di dieci anni fa è iniziata la trasformazione che avrebbe dovuto dare nuovo volto al quartiere di Ancona, riconvertendolo da artigianale a residenziale. Invece, complice la crisi del mercato immobiliare, oggi le Palombare sono rimaste a metà, sospese tra moderno e abbandono.
Salta subito all’occhio come accanto a condomini ben curati, colorati e ricchi di verde, dove hanno trovato posto anche nuove attività commerciali, sorgano palazzi mai completati, scheletri di cemento, cantieri abbandonati e aree nel degrado più assoluto come l’ex Byblos e l’ex Genny, un tempo il quartier generale della moda. La crisi del mercato immobiliare ha segnato duramente l’identità delle Palombare che ora prova a conquistare la sua dignità con la realizzazione della nuova piazza, tra via dell’Industria e via dell’Artigianato.
Nel quartiere si vive bene, ci sono tutti i servizi, attività commerciali sia nuove che storiche, soggetti istituzionali come la Croce Rossa, il Giudice di Pace e il Comando della Polizia Municipale. I residenti e i commercianti chiedono al Comune più decoro, il taglio delle siepi, talmente grandi da impedire la visuale all’uscita dai passi carrai e da invadere i marciapiedi, e soprattutto più parcheggi.
«Se fossero tutte espresse, il quartiere avrebbe delle grandi potenzialità: è servito, si trova vicino al centro e alla cittadella sportiva – sostiene Marilena Romano, presidente Comitato Palombare -. C’è però il problema dei parcheggi, li soffriamo sia noi residenti che i commercianti. Sin dall’inizio i posti auto sono stati sottostimati. Ci sono poi tante situazioni rimaste inespresse: strada incompleta, cantieri abbandonati che danno idea di degrado e sono pericolosi per la salute. Mancano dei luoghi di aggregazione anche se adesso se ne costruiranno diversi. Manca la forza di completare un’opera che è rimasta a metà».
«Ci sentiamo penalizzati dall’assenza di parcheggi. I lavori della nuova piazza hanno peggiorato una situazione che già era critica. Bisogna pensare a un’alternativa prima di iniziare il cantiere. Questi problemi devono essere risolti» riferisce Cristiano Miranda, titolare Mercatopoli.
«Alle Palombare mi trovo molto bene, mi sento tranquilla, sicura. Non vendo nemmeno siringhe da insulina come invece facevo quando stavo in centro – afferma la dott.ssa Simonetta Settimi, titolare Farmacia Dorica -. C’è da risolvere il problema dei parcheggi perché quando la nuova piazza sarà completata ci saranno molti posti auto in meno. Inoltre, è importante dare una destinazione d’uso agli immobili che, per questioni di bolla edilizia e fallimenti, sono rimasti deserti, bloccati e invenduti».
«Questo quartiere ha delle grandi potenzialità. Purtroppo è rimasto incompiuto, fermo a prima della crisi del 2008 – dice Gianluca Baldini, residente del quartiere Palombare -. Aspettiamo che il Comune si decida a prendere qualche iniziativa per il problema dei parcheggi, delle case rimaste a metà con i lavori e delle aree dismesse dalle cooperative che hanno fallito».
Ma andiamo con ordine. L’idea era quella di un polo residenziale al posto dei capannoni industriali. Una sorta di Milano 2, con palazzi signorili, attici mozzafiato, piazza principale, balconi verdi, viali alberati, bar e ristoranti. E così, nel 2006 i cantieri hanno preso avvio nell’area di 12 ettari e mezzo ridisegnata da una variante al piano regolatore del ’97. Ma a distanza di 12 anni sono stati costruiti solo 450 dei circa 2.500 appartamenti previsti, con 12 comparti completati su 28. Sicuramente un numero spropositato rispetto alla richiesta, considerato anche che questo avrebbe significato ulteriore cementificazione, traffico e problemi di parcheggio.
Nel 2006 la lottizzazione era partita molto bene, numerose famiglie hanno acquistato casa entusiasti dal progetto che avrebbe rivoluzionato il quartiere. Ma la crisi del mercato immobiliare ha rallentato investimenti e acquisti. Fino al 2011 circa si è continuato a costruire poi diverse imprese edili coinvolte sono fallite. Il risultato sono appartamenti invenduti, oggi messi all’asta, palazzi mai completati, alcuni potrebbero essere occupati da abusivi, e una strada interrotta.
Accompagnati da un gruppo di residenti siamo andati in giro per il quartiere per vedere come è la situazione. La prima tappa è l’ex Mastedil in via dell’Industria dove regnano degrado e incuria. Il grande palazzone è in parte ancora coperto dalle impalcature, la gru è stata tolta solo recentemente dopo le segnalazioni e le richieste dei residenti preoccupati. Mattoni e ferri in vista, i materiali edili sono pericolosamente lasciati all’abbandono. L’acqua ristagna dove la pavimentazione non è stata completata.
Accanto al palazzo fantasma, l’ex Byblos. Uno scempio in piena regola, forse la ferita più grande e visibile del quartiere. È come un enorme buco bianco divorato dal degrado e da un decennio di abbandono. Ferri sporgenti, colonne di cemento, sporcizia, erbacce che crescono in maniera incontrollata, addirittura sono spuntati degli alberi. Oltre alla pericolosità, in mezzo a tutta questa incuria è normale che abbiano trovato casa topi e insetti.
«Abbiamo chiesto all’amministrazione di intervenire. È stata fatta un’ordinanza per mettere in sicurezza il luogo. Chiediamo al Comune di mediare con la proprietà per ricavare un’area parcheggio, molto utile a residenti e commercianti» dichiara Matteo Vichi, membro del Comitato Palombare e consigliere comunale di maggioranza (Ancona Popolare).
Quest’area adibita a parcheggio con 80 posti liberi sarebbe davvero una manna dal cielo, considerato che con la nuova piazza al centro del quartiere verranno sottratti 40 posti auto. Ma le trattative tra Comune di Ancona e proprietà, una cooperativa di artigiani edili, finora non sono andate a buon fine. «L’ex Byblos è all’asta da anni, speriamo che il prezzo si abbassi così che il Comune possa acquistare l’area e adibirla a parcheggio» afferma la presidente Comitato Palombare.
Percorriamo via dell’Industria cercando di farci spazio tra le enormi siepi che invadono il marciapiede e saliamo in via Barilatti, fino ad arrivare all’ex Genny. L’area si presenta esattamente come l’ex Byblos: ferri sporgenti, cemento, erbacce, degrado e pericolo. E pensare che in queste due aree sarebbero dovuti sorgere mini grattacieli di lusso con centro benessere e portineria. «Lancio una provocazione: il Comune cambi la destinazione d’uso dell’ex Genny: via il cemento per fare un parco» dichiara Matteo Vichi.
Prossima tappa la strada incompiuta che avrebbe dovuto collegare via del Commercio a via della Marina, sbarrata negli ultimi 50 metri da pannelli e da una fitta vegetazione.
«Questa strada sarebbe stata una grande risorsa per il quartiere e invece è rimasta bloccata. Mancano 50 metri per finirla e non si riesce a completarla perché la parte rimanente è privata e il Comune non riesce a trovare un accordo con i proprietari. In questo modo si priva il quartiere di una grande risorsa per la viabilità – spiega Marilena Roman o-. Le vie di ingresso e di uscita sono poche: c’è via delle Palombare, via Barilatti e la via che conduce al Pinocchio. Se si vuole potenziare il quartiere sarebbe opportuno completare questa via».
Da lì ci dirigiamo verso lo stadio Italico Conti. Lì accanto c’è una grande area verde dove è stato realizzato un percorso vita. Lo spazio è molto grande e i residenti chiedono che vengano installati i giochi per i bambini. Per ora, dopo una dura battaglia, sono riusciti a far mettere solo un’altalena.
I più piccoli devono accontentarsi del parchetto vicino alla chiesa. La chiesa in realtà è un prefabbricato ma a breve dovrebbero partire i lavori per realizzare un centro pastorale. Sarà un ulteriore passo avanti verso la riqualificazione del quartiere.
La vera identità sarà data dalla nuova piazza, tra via dell’Artigianato e via dell’Industria, i cui lavori dovrebbero terminare a settembre. Dal costo di oltre un milione di euro e frutto di un progetto partecipato del Comune con i cittadini, sarà il luogo di aggregazione del quartiere. Ci saranno un’area giochi, un piccolo anfiteatro, aiuole e alberi, un bar, tabacchi e edicola. Con l’avvio dei lavori, alcune case all’asta sono state vendute, segno che una rinascita è possibile.
«Noi siamo speranzosi. Crediamo che le Palombare completeranno quella trasformazione iniziata anni fa – riferisce Marilena Romano -. Per farlo è urgente sbloccare la situazione dell’ex Byblos e riconvertire gli immobili non finiti e invenduti».
Dopo un decennio è arrivato il momento di dare risposte. 3.500 famiglie le attendono da tempo.