ANCONA- «Non posso dimenticare l’immagine del cadavere devastato di mio fratello. Di fronte a quel corpo martoriato mi sono chiesta quale essere umano avesse potuto fare una cosa del genere». Sono le parole di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, morto a seguito del pestaggio che subì dai carabinieri la notte del suo arresto e le successive, inadeguate cure all’ospedale. Il geometra romano di 31 anni, arrestato il 15 ottobre 2009 morì una settimana dopo all’Ospedale Sandro Pertini di Roma. Ilaria Cucchi, presidente dell’associazione Stefano Cucchi Onlus, e l’avv. Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi, saranno gli ospiti dell’incontro “Storia di tortura e giustizia, in attesa…” organizzato dall’associazione A2O, che si terrà domani, sabato 6 maggio alle ore 17.00 presso l’ex Sala del Consiglio Comunale, Largo XXIV Maggio. Sarà presente anche l’Avv. Marco Vitali di Amnesty International Italia.
L’incontro sarà occasione per parlare delle ultime novità del caso di Stefano Cucchi e dell’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento giuridico. «Vogliamo sensibilizzare i cittadini sul tema. Analizzeremo la vicenda giudiziaria di Stefano Cucchi e discuteremo se inserire o meno il reato di tortura nel nostro ordinamento. Sarà un momento di confronto. L’opinione pubblica deve riflettere su questo tema- spiega Pier Francesco Berardinelli, presidente A2O-. L’avvocato Vitali di Amnesty International Italia parlerà nello specifico dei reati di tortura anche al di là del caso Cucchi e di come questo tema è affrontato in Europa». «Come A2O stiamo lavorando sui diritti civili. Lo scorso anno abbiamo fatto un giro nei penitenziari marchigiani con i Radicali e, con il garante Nobili, abbiamo avviato progetti rieducativi nel carcere di Barcaglione: pittura delle aule in carcere e donazione di palloni- afferma Matteo Pignocchi, A2O-. Ilaria Cucchi era già venuta in Ancona per presentare un libro, domani sarà il primo vero incontro con la città. Invitiamo tutti a partecipare, in particolare l’associazione Antigone Marche e il garante regionale dei detenuti».
Per quanto riguarda gli sviluppi nel caso Cucchi, recentemente la Procura di Roma ha chiuso l‘inchiesta bis, aperta nel 2014, contestando a tre carabinieri l’omicidio preterintenzionale e l’abuso di autorità. Calunnia e falso verbale in arresto per altri due carabinieri. La prima inchiesta aveva portato a giudizio i medici dell’ospedale Pertini. Le nuove accuse aprono una nuova pagina di questa lunga vicenda giudiziaria. «Ci battiamo e continueremo a batterci per inserire il reato di tortura in Italia. È importante per aiutare le famiglie a trovare la verità. Grazie alla nostra tenacia e grazie anche all’arrivo del procuratore capo Giuseppe Pignatone, siamo ad un momento importantissimo, ad una svolta e stiamo per intraprendere un processo di verità– afferma Ilaria Cucchi, in collegamento telefonico alla conferenza stampa di presentazione dell’incontro di domani-. In Senato per l’ennesima volta si discute dell’introduzione del reato di tortura. Temi come questo sono sacrificati in nome di presunti interessi superiori e intanto continuiamo a perdere tempo e ad essere sanzionati dall’Europa per il ritardo nell’approvare questa legge. Dobbiamo smetterla di porre ciò che riguarda l’essere umano all’ultimo gradino delle priorità».