ANCONA – «Bilancio assolutamente positivo». Così il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli a margine della conferenza stampa ad un anno dall’insediamento a Palazzo Raffaello, che si è tenuta questa mattina in Regione. Circondato dalla sua “squadra” al completo, con tutti gli assessori schierati al suo fianco, il governatore ha sottolineato che si è trattato di «un anno complesso» in cui i primi 7 mesi sono stati «fortemente condizionati dalla pandemia», mentre i restanti mesi hanno visto una ripresa della socialità.
Ma in questi «12 mesi molto intensi» il governatore ha rimarcato che «insieme alla gestione sanitaria e sociale della pandemia» sono state poste anche le basi «per costruire una visione nuova di Regione» in linea con quanto enunciato in campagna elettorale.
Il cambio di rotta
Il governatore ha sottolineato orgogliosamente il coinvolgimento ad opera della sua giunta dei territori con i diversi attori, anche se «all’inizio solo in maniera digitale» a causa della pandemia, poi in presenza: un coinvolgimento che ha portato la giunta a dialogare con le associazioni di categoria, gli ordini professionali, gli imprenditori, i sindaci e le associazioni di volontariato «che con noi hanno condiviso questo primo anno».
Acquaroli ha spiegato che la campagna vaccinale è «uno dei punti orgoglio della Regione» e a tal riguardo ha annunciato che l’84% dei marchigiani in età vaccinabile hanno ricevuto ad oggi la prima dose di vaccino contro il Covid. Il governatore ha annoverato fra i punti di vanto anche quello della tenuta sociale: «Abbiamo cercato di dare delle risposte nei confronti delle categorie più deboli che in questo momento hanno sofferto molto».
Oltre alla vicinanza alle categorie più fragili, tra le sfide più importanti, Acquaroli cita il rilancio economico, sociale e «di una immagine dell’orgoglio della nostra Regione che deve tornare in maniera compatta a competere». In tal senso ha spiegato che turismo, agricoltura, artigianato e manifattura, rappresentano delle eccellenze che possono «contribuire a tenere le giovani generazioni qui da noi» così da contrastare lo spopolamento in atto.
Alla domanda dove si poteva fare di più, ha risposto «non ci accontentiamo, su tutto si può fare di più, però siamo soddisfatti dei risultati raggiunti, perché le azioni messe in campo nel settore della sanità, delle infrastrutture, dei lavori pubblici, nel settore della formazione e del rilancio economico, dell’accesso al credito e del turismo, del sociale, dell’istruzione e dell’ambiente, credo siano state veramente tantissime».
«Fondamentale – prosegue – è la consapevolezza di quello che noi abbiamo, per poter poi realizzare una programmazione e una progettazione futura».
Sanità: superato il modello degli ospedali unici
In conferenza stampa il presidente delle Marche ha posto nella riforma della sanità regionale il cambio di passo più importante della sua giunta, rispetto al governo regionale precedente, con lo stop agli ospedali unici e la redazione del nuovo piano socio sanitario. Acquaroli ha ricordato il superamento del modello di sanità centralizzata, attuato dalla giunta precedente, spiegando «torniamo a una rete sanitaria policentrica dove c’è dialogo fra la rete e i territori, che si possono integrare per dare risposte».
Tracciando una roadmap del nuovo piano socio sanitario regionale, ha spiegato che dopo una campagna di ascolto, ora «abbiamo il risultato sul fabbisogno» dei territori e degli operatori socio-sanitari, «dopodiché entreremo nella fase viva nell’arco dei prossimi 6-8 mesi» con la scrittura del nuovo piano. E a tal riguardo ha ricordato che l’esigenza di riscrivere un nuovo piano è arrivata dalle «richieste dei territori e degli operatori. Non vogliamo impiegare tempi biblici, il nostro obiettivo è che sia un riferimento reale sia per l’impiego delle risorse del Pnrr sia per la formazione dei sanitari» dei quali ha ricordato la cronica carenza in termini numerici, una carenza che porta «lacune» del sistema e spinge alla mobilità passiva verso altre regioni.
Pnrr, Acquaroli: «Serve maggior coinvolgimento delle Regioni»
Parlando con i giornalisti a margine della conferenza ha ricordato che le infrastrutture e il gap da colmare su questo fronte rappresentano una delle priorità della sua giunta, ma ha voluto anche sottolineare «il poco coinvolgimento» delle Regioni sull’utilizzo delle risorse del Pnrr da parte del governo.
«Abbiamo bisogno di una interlocuzione con il governo centrale – ha detto -, insieme alle altre Regioni per garantire che ci siano le risposte che attendiamo da tanto tempo». Secondo Acquaroli c’è un coinvolgimento «più che altro burocratico delle Regioni, non c’è un coinvolgimento sulla tipologia di spesa e sulle linee di indirizzo: questo limita la nostra possibilità di portare un contributo, un apporto. Ad esempio, sul Pnrr Ricostruzione noi avremmo dedicato molto di più alle infrastrutture materiali, perché le riteniamo fondamentali in un territorio com’è quello colpito dal sisma le infrastrutture sono essenziali perché sono territori bellissimi con delle altissime potenzialità, ma per la gran parte irraggiungibili. Se un territorio è irraggiungibile, il recupero di quella che è stata una vita sospesa per 5 anni diventa difficile se non li metti in condizioni di tornare fortemente competitivi».
Proseguendo sul tema delle opere Acquroli si è detto preoccupato per la “Fano-Grosseto” che nonostante «Toscana, Umbria e Marche ritengano questa infrastruttura una priorità, fatichiamo a vedere i passi avanti che avremmo voluto vedere in un anno».
La crisi del lavoro
Toccando il tema della crisi del lavoro, con le vertenze attualmente sul tavolo (Elica, iGuzzini su tutte), il governatore ha espresso la sua preoccupazione, precisando che la giunta sta «monitorando» attentamente la situazione e che la priorità è quella di «tutelare la competitività del territorio. Cerchiamo non solo di mantenere alto il livello di competitività del territorio, ma anche di difendere tutte quelle esperienze che dal nostro territorio sono nate, che hanno conquistato i mercati internazionali e che sono inequivocabilmente il punto su cui costruire anche la sfida futura».
«Il nostro sistema economico si sta impoverendo di tante opportunità – ha detto – e su questo sicuramente la pandemia non ci ha aiutato a superare quello che era una crisi di un sistema che aveva tante tante concause che si erano sommate: lo abbiamo detto tante volte, il credito, la impossibilità di avere una grande banca e che prima avevamo è diventato un limite».
Ma insieme al nodo credito, secondo il governatore, c’è stato «un condizionamento dovuto al sisma, che ha portato un impatto molto negativo, la carenza infrastrutturale non ci ha aiutato, le dimensioni nostre, lo spopolamento delle aree interne. Tante sono state le concause, chiaramente la pandemia ha peggiorato quella che era una situazione già precaria e oggi vediamo le conseguenze di tutte queste situazioni. Stiamo mettendo in campo però una visione abbastanza seria, forte e autorevole».
A tal proposito ha sottolineato che è in discussione con il ministro «anche la questione relativa alla Zes, che cercheremo di portare avanti tutti insieme per garantire il rilancio del sistema competitivo della nostra regione. Chiaramente, sul turismo c’è una strada molto importante da percorrere, il turismo però va chiarito che non può sostituire nell’immediato soprattutto nell’immaginario immediato quello che è la perdita di occupazione che alcune crisi rischiano di creare».
Nodo Authority
Nell’attesa della nomina del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, attualmente retta dal commissario Giovanni Pettorino, il presidente ha affermato: «Abbiamo in questo anno dimostrato tutta la volontà di discussione con il ministero, sia quando il ministro era la de Micheli e oggi con Giovannini. Siamo in attesa di comprendere quelle che possono essere le soluzioni e le candidature che il ministro vuole sottoporre alle Regioni».