ANCONA – Sport, salute mentale e inclusione. Si parlerà di questo (e di molto altro) in occasione del ciclo di incontri promosso dall’Asd Rugby Ancona. L’iniziativa si chiama «Un terzo tempo con lo psicologo» e allude, chiaramente, al terzo tempo del rugby.
Due giorni fa (28 marzo), l’ospedale regionale Torrette di Ancona ha invece ospitato ˈInsuperabili – Lo sport come mezzo di inclusione e crescitaˈ.
Gli incontri, curati dalla Rugby Ancona, sono iniziati a fine marzo. Il 27, si è infatti parlato di relazioni tossiche e di come gestirle. Ad aprile, invece, si prevede un focus sulla voglia e la paura del cambiamento. Il prossimo appuntamento sarà il 29 maggio, sui sensi di colpa.
«Lo stress: quando un vaff*****o fa davvero bene» è il titolo dell’incontro del 26 giugno. A fine estate – il 25 settembre – spazio a «La rabbia…ed io come la uso?». Il 30 ottobre la psicologa Gessica Grelloni (collaboratrice del Centro di Salute Mentale) aiuterà quanti lo vorranno a comprendere come elaborare il lutto. Insieme a lei, anche la psicologa sistemico relazionale, Serena Catena.
Si parlerà invece di sessualità, tra «tabù e ostentazione» il 27 novembre. A spiegare la genesi del seminario sono Francesco Pascucci, dell’Asd Rugby Ancona e Franco Stazio, presidente della Dorica Rugby: «Tutto è iniziato quando abbiamo partecipato a un bando del Ministero che si proponeva di contrastare le discriminazioni e promuovere l’inclusione sociale».
Gli appuntamenti – tutti completamente gratuiti e aperti al pubblico – servono a «lavorare sulla prevenzione, per far sì che le persone possano parlare dei loro problemi» – evidenziano Stazio e Pascucci. Ci si incontra al campo Nelson Mandela (alla Montagnola): «Noi dell’Ura mettiamo a disposizione la nostra club house. Ci siamo detti: ˈBeh, abbiamo tanto spazio, perché non metterlo a disposizione della città?ˈ».
Detto fatto: «Il primo incontro è andato meglio del previsto, sono arrivate 20 persone. All’evento «Legàmi e S-legàmi: quando le relazioni ci fanno bene?» erano quasi tutte donne adulte, ma qui – al campo della palla ovale – ci sono anche tantissimi giovani.