ANCONA – Una moglie trattata come sua schiava che non poteva uscire di casa ma doveva soddisfarlo in tutto o «ti taglio il viso così nessuno ti vuole più» e «fai sesso con me o pubblico le tue foto nuda». Sotto ricatto ci sarebbe finita una 26enne bengalese che nel 2018 ha raggiunto il marito che viveva già in Italia, a Falconara. Dopo le violenze subite lei ha denunciato quell’uomo alla polizia e lui per vendicarsi avrebbe pubblicato le foto di lei nuda sui social per denigrarla agli occhi della loro comunità.
Con l’accusa di revenge porn, il reato che punisce chi diffonde attraverso la rete internet immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della parte, maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico, un 40enne bengalese andrà a processo il prossimo 1 marzo 2023.
L’uomo è stato rinviato a giudizio ieri mattina (24 Marzo) dalla gup Francesca De Palma del tribunale di Ancona. Era difeso dall’avvocato Pietro Sgardi. Ad accusarlo è stata una denuncia fatta dalla moglie a luglio del 2019, che si è costituita parte civile con l’avvocato Alessandro Calogiuri, dopo quasi un anno di convivenza matrimoniale difficile trascorsa a Falconara. La donna, sua connazionale, di 15 anni più giovane, lo aveva raggiunto in Italia dal loro paese d’origine, ma al suo arrivo non aveva trovato un marito premuroso. L’uomo l’avrebbe segregata in casa e minacciata di sfigurala se non avesse soddisfatto tutti i suoi desideri. «Ti taglio sul viso così non ti sentirai più tanto bella e non ti guarderà più nessun uomo» le avrebbe detto indicandole un coltello. Poi l’avrebbe obbligata ad avere rapporti sessuali ricordandole che l’aveva fatta venire in Italia «solo per soddisfarmi».
Il 3 luglio del 2019, dopo l’ennesima aggressione da parte del marito, la donna è finita in ospedale con una prognosi di 25 giorni e ha denunciato l’uomo alla polizia. Analizzati i suoi dispositivi informatici, per le foto di lei nuda sui social, i poliziotti hanno trovato anche un centinaio di immagini di bambini in atteggiamenti sessuali. L’imputato nega le accuse e si difenderà nel processo. Il legale di parte civile farà una istanza per chiedere di anticipare l’inizio del processo. «È inaccettabile – ha detto l’avvocato Calogiuri – che la priorità delle legge codice rosso rimanga solo sulla carta».