Ancona-Osimo

Rientro a scuola dei prof non vaccinati: «Non poter insegnare è demotivante. Gli studenti? Per loro questa situazione è follia»

Un docente non vaccinato rientrato a scuola il 1° aprile ci ha raccontato la sua esperienza, ora che è stato ricollocato ad altre mansioni. «Una situazione "punitiva", che definirei epurativa»

ANCONA – «Il primo giorno è stato emotivamente pesante. I ragazzi sono stati felici di rivedermi a scuola, con loro ho sempre avuto un ottimo rapporto, mi dicono “prof perché non torni in classe?”. Ho spiegato loro perché, anche se sono un insegnate, per ora non posso svolgere il mio lavoro, e loro si sono mostrati comprensivi, anzi mi dicono : “Questa situazione è una follia”».

A raccontare il rientro a scuola dei docenti non vaccinati contro il Covid, dopo la sospensione dal servizio senza remunerazione scattata per questa categoria professionale (misura cessata con il termine dello stato di emergenza al 31 marzo), è Ndylahoncha, soprannome di un docente di una scuola superiore delle Marche.

Il professore racconta il suo rientro in servizio, dal 1° aprile, spiegando di essere stato ricollocato nella scuola tra biblioteca, stesura del materiale didattico e cura dei luoghi didattici. I docenti non vaccinati contro il virus, anche se dal 1° aprile sono potuti rientrare negli istituti dove lavoravano prima della sospensione, non possono stare in classe con gli alunni, e i presidi hanno dovuto ricollocarli ad altre mansioni.

«Stare a scuola e non poter insegnare è demotivante – spiega – per questo sto preparando un ricorso. Gli insegnanti che come me vengono ritenuti temporaneamente non idonei alla professione vengono ricollocati con lo stesso monte ore del personale Ata, quindi dobbiamo fare il doppio delle ore a parità di stipendio. Una situazione “punitiva”, che definirei epurativa. Non ti sei vaccinato? Allora non vedi gli studenti, fai il doppio delle ore e non puoi insegnare. Tutto questo è demotivante e avvilente, oltre che vessatorio».

Altro tasto dolente, i colleghi vax. «La maggior parte dei colleghi è felice di rivederti, ma qualcuno ti volta le spalle. È la follia di questi due anni di pandemia che ha portato alla contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati, buoni e cattivi».