ANCONA – «La mancanza di spazi nelle Marche per recuperare, trattare e smaltire i rifiuti industriali provoca difficoltà nella gestione dei rifiuti speciali ed un aumento considerevole nei costi del servizio limitando la competitività del tessuto imprenditoriale regionale». Parte da Confapi Industria Marche il grido d’allarme nei confronti della carenza di impianti innovativi e green per la gestione dei rifiuti industriali che sono cinque volte maggiori dei rifiuti urbani. Giorgio Giorgetti, presidente di Confapi Industria Marche fa il punto su un tema che sta animando il dibattito politico nella provincia di Ancona e non solo.
«La normativa Europea ed italiana sta puntando molto sulla necessità di realizzare/ristrutturare impianti altamente innovativi che oltre alla maggiore efficienza, abbinano le migliori tecnologie riducendo, di fatto, gli impatti ambientali e, trasformando i rifiuti speciali in risorsa puntando fortemente sulle operazioni di recupero», spiega Giorgetti che è pronto ad incontrare l’assessore regionale Stefano Aguzzi per presentare le proposte dell’associazione di piccole imprese private. «La giunta regionale si sta dimostrando attenta al confronto verso il tessuto produttivo e ne sta sostenendo la ripresa», commenta Giorgetti.
«Con la revisione del PRGR (Piano Regionale Gestione Rifiuti) di cui è già stata avviata la fase di ricognizione, la giunta Acquaroli ha un’ulteriore opportunità nel prevedere l’adeguamento e la realizzazione della migliore tecnologia impiantistica andando nella direzione già indicata dalle regioni italiane industrialmente più avanzate».
Secondo Confapi Marche i criteri dell’attuale PRGR dovrebbero essere modificati e calati su una realtà locale caratterizzata da piccoli Comuni ed agglomerati urbani distanti dai centri. Le attuali distanze e vincoli rendono difficile programmare e prevedere nuovi impianti od ampliare gli esistenti a partire dalle semplici discariche.
«Siamo pronti a dare il nostro contributo nell’attività di programmazione – conclude Giorgetti – convinti che l’impiantistica dovrà applicare le migliori tecnologie per impattare il meno possibile sull’ambiente. Siamo già in una fase critica a causa della mancanza di impianti che possono recuperare, trattare e smaltire i rifiuti industriali marchigiani e ciò sta determinando una perdita di competitività nel mercato globale sia nei confronti delle altre Regioni italiane che verso i competitors europe», conclude.