ANCONA- Il Coronavirus potrebbe accelerare il cambiamento del sistema calcio italiano. In questi giorni, talvolta condite da scontri verbali, si fanno largo le varie ipotesi di rivoluzione dei campionati nazionali che, indubbiamente, interesseranno anche i movimenti regionali di ciascun comitato. Questi ultimi, nell’immediato futuro, stanno cercando di capire se sarà possibile tornare in campo. Perchè? La spiegazione è molto semplice, con l’attuale protocollo sanitario per qualunque categoria sotto la serie A le possibilità di tornare sul rettangolo di gioco sono ridotte al lumicino.
Titoli di coda per la Lega Pro
Manca ormai solo l’ufficialità per lo stop definitivo della Lega Pro che ha già definito i vari verdetti per la stagione sportiva 2019-2020. Nessuna retrocessione in serie D, da dove saliranno le nove squadre vincitrici dei rispettivi gironi (a fronte di quanto dichiarato nei giorni scorsi dal presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia) e non ci saranno ripescaggi. Proprio quest’ultimo aspetto sarà uno dei più discussi in sede di consiglio federale che dovrà così ratificare la proposta e renderla effettiva.
La possibile riforma
Secondo un’anticipazione del canale Sportitalia, il sistema calcio potrebbe essere investito da una riforma che prevedrebbe la serie A a 20 squadre, la serie B a 40 con due gironi da 20 e la Lega Pro a sessanta. Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha definito fake news questa indicazione ma le possibilità di riforma restano comunque ampie. In tutto ciò servirà capire come le singole società reagiranno alla crisi che seguirà il Coronavirus. Il dibattito è appena iniziato.