Ancona-Osimo

Riforma della giustizia, assemblea magistrati e sciopero ad Ancona: «Non è una protesta, è per essere ascoltati»

La sezione distrettuale di Ancona dell'Associazione Nazionale Magistrati (l'Anm) apre le porte ai cittadini. Domani incontro in tribunale, lunedì astensione dal lavoro

tribunale di Ancona

ANCONA – Sciopero e assemblea per difendere i principi del proprio lavoro che poi ricade anche sulla gente. «I cittadini meritano una riforma per la giustizia e non una riforma contro la magistratura». La sezione distrettuale di Ancona dell’Associazione Nazionale Magistrati (l’Anm) aderisce alla protesta nazionale sulla riforma dell’ordinamento giudiziario in discussione alla Camera in questi giorni e ha indetto un’assemblea pubblica per domani pomeriggio a cui sono invitati a partecipare anche tutti i cittadini. L’incontro si terrà alle 15.30, nell’aula 8 del tribunale di Ancona e sarà aperto anche ad avvocati e personale amministrativo. Sarà un momento di discussione aperto all’avvocatura e ai rappresentati del mondo accademico sui contenuti della riforma. Verranno illustrate le ragioni per le quali la magistratura è contraria alle modifiche ritenute «dannose non per il singolo magistrato ma per i cittadini».

Lunedì (16 maggio) poi ci sarà una giornata di sciopero che investirà tutti i tribunali, anche quello dorico. Le udienze potrebbero non essere regolari perché si prevede un’alta adesione. I motivi della protesta sono stati affissi a Palazzo di giustizia.

«Avremmo voluto una disciplina in grado di sopire il carrierismo all’interno degli uffici giudiziari – scrive l’associazione magistrati – ma questa riforma esaspera invece la competizione fra colleghi». L’Anm sezione distrettuale di Ancona precisa che la protesta indetta «non vuole essere una difesa corporativa della categoria, ma è necessario evidenziare che se si arriverà alla approvazione di questa legge delega, il nuovo impianto non solo non assicurerà maggiori tutele ed efficienza al sistema giustizia, ma metterà a repentaglio i valori costituzionali dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura, quali pilastri del sistema democratico. La riforma impone la gerarchizzazione negli uffici giudiziari e il primato assoluto delle statistiche sulle quali i magistrati verranno giudicati. Invece di perseguire una riforma ispirata al dettato costituzionale del giudice soggetto solo alla legge, si replica negli uffici giudicanti lo stesso impianto di gerarchizzazione esistente negli uffici di Procura, già introdotto con la legge del 2006».

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