ANCONA – «Fatta eccezione per i codici rossi e alcuni codici gialli, tutti gli altri sono finiti in altri ospedali. Ecco quello che è accaduto in settimana al Pronto soccorso dell’Ospedale regionale di Torrette dove decine di pazienti sono stati dirottati ad Osimo, Senigallia e Jesi».
A farlo sapere, in una nota diffusa oggi, è Matteo Rignanese Segretario Provinciale del Nursind, il sindacato dei lavoratori sanitari in Italia. «La scorsa notte alcune ambulanze hanno dovuto portare i pazienti a Senigallia cosa che ha finito con il collassare anche questa struttura che peraltro è già in sofferenza per i tanti turisti presenti nel territorio».
«Questa volta a mandare in tilt il Pronto soccorso di Torrette è stato il gran caldo con centinaia di accesi in pronto soccorso tanto da costringere a dirottare i pazienti meno gravi presso gli ospedali di Senigallia e Jesi. È un problema che si ripresenta sistematicamente quando c’è qualcosa di diverso dalla routine quotidiana, l’inverno passato aveva mandato in tilt il Pronto soccorso i numerosi accessi dovuti all’influenza stagionale, purtroppo gli anni passano ma nulla cambia», evidenzia Riganese.
E ancora: «In questo periodo si cerca di sopperire alla mancanza di personale con il taglio dei posti letto ma in questo modo si riducono solo le attività programmate, non il numero delle persone malate. Aumentano anche i tempi di attesa – sottolinea il segretario – con l’effetto di un Pronto soccorso ingolfato e poco efficiente. È il marasma quotidiano per infermieri e operatori sanitari, alle prese con turni da coprire con tante ore di straordinario e personale mancante».
Una «carenza di personale ormai cronica, ma che si acuisce in questo periodo con gli organici ridotti per le ferie estive. Tutto si traduce in un inevitabile sovraccarico di lavoro ma anche in rischi per un’assistenza insufficiente ai bisogni dei cittadini. Ad oggi purtroppo non esiste nessuna programmazione per fare fronte a questi eventi oltretutto prevedibili. Riposi saltati, ferie non godute, periodi di riposo non garantiti non possono più essere tollerati. Con queste difficoltà gli infermieri e il personale sanitario paga sulla propria pelle l’atteggiamento di sufficienza con cui la politica ci gestisce».
Dal sindacato si dicono «stufi di questa situazione, chi ci governa si assuma le proprie responsabilità impegnandosi non solo a parole ma con i fatti a risolvere queste problematiche garantendo una volta per sempre dignità al personale tutto e un’assistenza adeguata ai bisogni dei cittadini».