ANCONA – Sarà disposta l’autopsia sul corpo dei due marittimi di Ancona deceduti nel naufragio del “Franco P”, mentre si cercano ancora i corpi dei due marittimi pugliesi dispersi nell’affondamento del rimorchiatore partito da Ancona alla volta dell’Albania. L’imbarcazione, che trainava una piattaforma con a bordo 11 persone, è affondata nel giro di una ventina di minuti trascinando con sé i sei membri dell’equipaggio.
Nel naufragio, avvenuto nella serata di mercoledì scorso, sono morte tre persone dell’equipaggio, Luciano Bigoni (65 anni) e Andrea Massimo Loi (58 anni), entrambi residenti ad Ancona, e Jelali Ahmed, 63enne di origini tunisine, residente a Pescara.
Unico superstite della tragedia tra coloro che erano a bordo dell’imbarcazione affondata è il comandante del rimorchiatore, ovvero il 63enne Giuseppe Petralia, che si trova ancora ricoverato in ospedale a Bari. La Procura del capoluogo pugliese ha disposto una perizia tecnica sui dispositivi informatici sequestrati dal motopontone che si trova sotto sequestro dal 20 maggio e ormeggiato nel porto di Bari.
L’incarico per gli accertamenti tecnici sul materiale informatico sarà conferito il 30 maggio e nello stesso giorno la pm che coordina le indagini della Capitaneria di Porto, Luisiana di Vittorio conferirà a un medico legale l’incarico per l’autopsia sui corpi delle tre vittime accertate (Bigoni, Loi e Ahmed).
Agli accertamenti tecnici sono stati convocati tutti i famigliari delle tre vittime e anche quelli dei dispersi. Unico testimone oculare della tragedia il comandante Petralia che risulta tra gli indagati insieme all’armatore e che sarà sentito quando le sue condizioni di salute lo consentiranno. I reati ipotizzati dalla Procura sono quelli di cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo.