ANCONA – La tazzina del caffè si fa più salata. A rincarare non sono solo i prezzi nella ristorazione: complice l’impennata dell’energia e delle materie prime, anche il settore non food registra una forte crescita dei costi. Guardando ai dati nazionali Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, nel corso dell’ultimo anno i prezzi nel settore della ristorazione sono cresciuti del 4,1%, meno rispetto all’aumento complessivo che ha raggiunto il 4,8%.
Anche se imprese della ristorazione continuano a mantenersi in un range improntato sulla prudenza, per sostenere la ripresa dei consumi nei listini di bar e ristoranti marchigiani sono iniziati i “ritocchi” sui prezzi, a causa dei rincari energetici e del costo delle materie prime.
«Il settore della ristorazione sta tenendo molto sotto controllo i prezzi, nonostante l’aumento sul costo di acquisto dei prodotti – commenta Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche -. Il caffè arrivando dal Sud America sconta i rincari dovuti a trasporti e logistica, ma in linea generale l’agroalimentare è un settore che ancora tiene da questo punto di vista».
Il direttore Confcommercio spiega che per mantenere i prezzi a livelli calmierati, «consigliamo prodotti regionali e nazionali, non colpiti dagli aumenti legati a fattori internazionali, come trasporto e logistica». Tuttavia con le bollette quasi raddoppiate e i locali che faticano a riempirsi a causa della crisi e dell’elevato numero di marchigiani in quarantena, non sono pochi quelli che hanno dovuto alzare i prezzi dei listini.
«C’è stato un rincaro esagerato sulle bollette – spiega Giada, del Joy’s Coffee & Food di Osimo – stiamo parlando con i gestori di energia per capire dove poter risparmiare qualcosa. Intanto da questa settimana abbiamo dovuto ritoccare i prezzi di alcuni prodotti a causa degli aumento dei prezzi delle materie prime, come orzo, ginseng e latte».
I “ritocchini” in alcuni locali interessano anche il caffè, anche si tratta di pochi centesimi, tra i 0,10 e i 0,20 euro e dunque per effetto domino la colazione al bar, con cappuccino e pasticceria al seguito.
La ristoratrice evidenzia che dopo le feste natalizie c’è stato un calo di affluenza nei locali, «soprattutto perché ci sono moltissime persone in quarantena o risultate positive al Covid, ma da questo punto di vista non c’è correlazione con il ritocco sui prezzi che è iniziato da questa settimana» e che si mantiene su livelli bassi.
«Sicuramente le persone hanno paura di spendere – aggiunge – ma il numero delle persone in quarantena o isolamento incide di più».
«I rincari ci saranno inevitabilmente almeno dal 15 al 25%» spiega Giorgio Tucci, del Ristorante della Rosa di Sirolo. Il ristoratore, tra i fondatori del Comitato Q+ che raggruppa bar e ristoranti della Riviera del Conero, nato nel 2020 sull’onda delle chiusure legate alla pandemia di Covid fa sapere che «tutto dipenderà da quanto durerà l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica che è veramente devastante».
«Le materie prime sono aumentate mediamente del 20% – aggiunge – di conseguenza si ripercuoteranno su tutto, e anche sul consumatore finale». Tucci fa sapere che il ritocco dei prezzi interesserà, come altri, anche il suo locale: «Per restare con i piedi per terra le nostre degustazioni aumenteranno mediamente da 5 a 10 euro a persona».
L’Unione regionale cuochi Marche: «Attenti a non gravare sui consumatori»
Simone Baleani, consigliere nazionale della Federazione Italiana Cuochi fa sapere «come Unione regionale cuochi Marche stiamo monitorando la situazione rincari: ne abbiamo parlato anche in un recente incontro dove sono emerse le difficoltà del settore legate agli aumenti sul costo delle materie prime e dell’energia. In ogni caso abbiamo ragionato su quanto sia opportuno essere attenti sull’aumento dei prezzi che andrebbero scaricarsi sui consumatori, già gravati anch’essi dai rincari. Restiamo comunque ottimisti, ma prudenti e vigili, perché la situazione è complessa».
Nelle ultime due settimane di gennaio, alcuni ristoranti dell’entroterra associati all’Unione regionale cuochi Marche, «hanno testimoniato un calo delle presenze che è arrivato a toccare il 50%».
Il caso edilizia
Il direttore di Confcommercio Marche evidenzia che i rincari non toccano solo l’agroalimentare, aumenti vertiginosi si registrano nei materiali per l’edilizia dove «in alcuni casi hanno toccato il 500% in più, con il rischio di bloccare i cantieri anche per la difficoltà di approvvigionamento di alcuni materiali provenienti dall’estero e dalla Cina».
Sul legname spiega che «si torna a valutare e stringere accordi con fornitori italiani» anche nell’ottica di progetti di filiera. L’edilizia, spinta in alto dal Superbonus 110% e nelle Marche anche dalla ricostruzione, deve fare i conti con i rincari.