ANCONA – «Durante le fasi più dure dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia c’è stata una riduzione dell’attività produttiva che ha fatto scemare l’offerta di alcune tipologie di beni e materie prime, facendo aumentare i prezzi». Il preside della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, Stefano Staffolani, interviene sul tema dei rincari.
Dall’energia, al carburante, passando per i generi alimentari, i prezzi volano rispetto al periodo pre-pandemia. Incrementi che secondo l’economista per certi versi erano «prevedibili con il primo accenno di ripresa economica rispetto alla caduta registrata l’anno scorso» quando i lockdown avevano paralizzato tante attività.
Rincari che secondo il professor Staffolani derivano dai problemi legati alla logistica e alla movimentazione delle merci che hanno fatto impennare i prezzi di molte materie prime. Ma oltre a questo il preside di Economia rileva anche una sorta di effetto domino, per cui ad esempio i rincari legati al carburante causano un aumento dei prezzi anche di altri beni come ad esempio l’alimentare.
Accanto a questo «possono esserci anche delle forme di monopolio in alcuni settori», dove le imprese che vedono aumentare vertiginosamente la domanda di alcuni prodotti reagiscono alzando il costo, specie in caso di scorte limitate.
Previsioni su una possibile evoluzione?
«I rincari potrebbero proseguire finché non si ristabilirà la normalità, ma fintanto che ci sarà questo tira e molla tra emergenza sanitaria e crisi, sarà difficile che l’inflazione torni ai valori pre-Covid. Credo che il governo stia cercando di intervenire sui beni essenziali come gas e luce. In ogni caso siamo ancora lontani da una inflazione a due cifre come avvenne negli anni ’70».
Come vede la situazione nelle Marche?
«Nella regione la situazione era già complicata da tanti fattori, ancora prima della pandemia, fra i quali una crescita ridotta e la ricostruzione ancora da realizzare. Ma non direi che le Marche hanno sofferto più di altre regioni gli effetti economici della pandemia».