ANCONA – Materie prime alle stelle e rincari energetici, la filiera marchigiana del latte già in sofferenza è ora alle corde. È l’allarme lanciato da Coldiretti Marche rispetto agli allevamenti bovini orientati verso il latte, un settore che nella nostra regione vale circa 20 milioni di euro ma che nel corso del 2021 ha subito un ulteriore calo del 5,5% rispetto all’anno precedente, superando di poco le 25mila tonnellate di conferimenti.
«È necessario un intervento da parte della Regione per sostenere il settore – avverte Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – perché l’accordo arrivato nei mesi scorsi in sede nazionale con l’aumento di 4 centesimi del prezzo minimo ai produttori non basta più a coprire l’ondata di rincari che si sta abbattendo sugli allevamenti».
L’agroalimentare assorbe oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali con un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. Parliamo di consumi che riguardano i combustibili per trattori, serre e i trasporti, fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica, vetro e carta. Nelle Marche si contano oltre 3.200 allevamenti con circa 48mila bovini ma di questi appena il 13% è orientato verso il latte. In 20 anni la produzione di latte si è dimezzata. La stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.