ANCONA – «Quella del Consiglio di Stato è una sentenza sconcertante e con conseguenze devastanti per il mondo del turismo. Perché non riguarda semplicemente i balneari, ma anche quei pubblici esercizi che operano e lavorano su un bene pubblico». Diretto e deciso Antonio Capacchione, presidente nazionale Sib-Confcommercio (il sindacato dei balneari), nel commentare il recente provvedimento preso dal Cds, che ha disapplicato la legge 145 del 2018 (conosciuta anche come legge Centinaio, che fissava al 2033 la proroga per le concessioni) e che sostanzialmente ora pone la scadenza per la gestione delle attività balneari a dicembre 2023. Poi i tratti di spiaggia attrezzata verranno messi a gara.
Capacchione è intervenuto nell’ambito dell’assemblea regionale promossa stamattina (22 novembre) nella sede di Ancona di Confcommercio Marche Centrali e ha ribadito, di fronte ad una platea di operatori, amministratori locali e regionali e presidenti dei consorzi marchigiani, una posizione chiara del sindacato: «Non ci fermeremo qua. La nostra è una causa giusta e per questo siamo determinati nell’andare fino in fondo, rivolgendoci se necessario anche alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo». Che tradotto: i balneari non molleranno di un centimetro e proveranno a ricorrere per vie legali finché sarà possibile per cambiare quella sentenza, definita «ingiusta, sbagliata, scioccante» e che li ha messi in stato di allarme.
«Con questa sentenza hanno dato una sorta di schiaffo al Parlamento, alla Corte Costituzionale e perfino alla Corte di Giustizia – ha tuonato Capacchione -. Ci viene detto che in questo modo si applica il diritto europeo ma deve essere chiaro che non è così. Per questo vogliamo mettere le carte in tavola per ragionare su quale sia la prospettiva giusta con la quale affrontare una questione toccata in un modo così tanto sbagliato. È un momento in cui dobbiamo stare uniti e dare una risposta forte, chiara ed unitaria».
Capacchione ha ricordato che «il Paese ha bisogno dei balneari e della balneazione attrezzata». Un settore che produce, che dà occupazione e garanzie. Ma anche punti di riferimento: «Noi bagnini abbiamo una forza che risiede nel sorriso, non ce lo faremo togliere. La nostra virtù è anche quella di conoscere persona per persona, cliente per cliente. Vorrebbero toglierci tutto questo, ma noi andremo avanti nella nostra battaglia con determinazione».
Aspetti confermati anche dal direttore generale di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco, che si è soffermato sull’intero sistema entro il quale insiste anche il comparto balenare «da difendere perché apprezzato dagli italiani e dagli stranieri». Ha poi riferito che si sta lavorando, di concerto con la Regione, per dare vita a una «forte azione di lobby sia a livello regionale che nazionale. Dobbiamo preservare il settore che è un elemento fondamentale della nostra offerta turistica-ricreativa». Il presidente regionale Sib-Confcommercio Romano Montagnoli ha ringraziato tutti per il sostegno incassato a nome delle centinaia di imprese coinvolte nel settore e che rischiano di essere atterrate: «È una sentenza che ci taglia le gambe ma non ci arrenderemo».
Oltre ai presidenti dei consorzi, quali Senigallia, Falconara, Numana, Civitanova, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio (per citarne alcuni), c’erano anche i rappresentanti di alcune giunte locali: Clemente Rossi, assessore all’Urbanistica di Falconara, Daniele Stacchietti, assessore al Demanio di Porto Sant’Elpidio e Christian De Luna, assessore al Commercio di Porto San Giorgio. Collegati da remoto, invece, il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore al Demanio regionale Guido Castelli, che hanno confermato il supporto ai balneari in questa battaglia: «La Regione è al fianco di queste imprese che sono il cuore pulsante dell’attività turistica – il punto di Acquaroli -. In questa fase delicata e complicata cercheremo di trovare una soluzione di natura giuridica che possa essere la più adeguata, così da supportare una categoria che negli anni ha saputo dare ricchezza al nostro territorio».