ANCONA – Un centinaio tra rappresentanti delle sigle dei lavoratori e operatori del trasporto pubblico locale si sono ritrovati questa mattina (venerdì 25 febbraio) davanti Palazzo Raffaello per un sit in di protesta. E contemporaneamente, per tutta la giornata, è andato in scena lo sciopero proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti, Faisa e Ugl Taf. Al centro del dibattito: il rinnovo del contratto per i dipendenti e l’efficientamento del servizio per intercettare più risorse dallo Stato.
La protesta
Per un’intera giornata si è dovuto fare a meno degli autobus, fatta eccezione per gli orari 5,30-8,30 e 17,30-20,30. Sono stati garantiti anche i servizi ai disabili e alle scuole primarie e secondarie di primo grado. Ma il disagio si è comunque fatto sentire per i tanti utenti che quotidianamente usufruiscono del trasporto pubblico locale. Un segnale, quello lanciato dagli operatori del settore, volto a portare all’attenzione della classe politica e del governo nazionale la situazione in cui versa il rapporto contrattuale che li lega alle aziende. Tanto che le delegazioni di ciascuna delle sigle sindacali di rappresentanza si sono date appuntamento all’’ingresso di Palazzo Raffaello per inscenare un sit in di protesta.
Le richieste
A dialogare con i sindacati è arrivato il Presidente del Consiglio Regionale, Dino Latini, che si è fatto portavoce delle loro istanze verso il governo regionale che, a sua volta, ha garantito di far arrivare a Roma la voce della protesta. «Latini si è reso disponibile a redigere un documento da far approvare in Consiglio regionale – spiega Luca Polenta, segretario provinciale Filt Cgil – e successivamente da inviare a Roma all’attenzione del governo nazionale». Le richieste dei sindacati sono sostanzialmente due: «maggiori pressioni per il rinnovo del contratto scaduto ormai tre anni fa» incalza Polenta. «E un efficientamento del servizio di trasporto pubblico per far sì che arrivino maggiori risorse da Roma». In pratica la situazione è la seguente: il contratto dei dipendenti del settore viene giudicato obsoleto dai sindacati. «Le retribuzioni non sono adeguate al momento attuale – sottolinea Giorgio Andreani, segretario regionale Uil Trasporti – il costo della vita è aumentato e il potere d’acquisto si è ridotto a dismisura. Chiediamo che i contratti vengano rinnovati tenendo conto di come e quanto il contesto nazionale sia cambiato». Poi c’è la questione delle risorse da Roma in base alla qualità del servizio. Ovvero: «ad efficacia del servizio, che significa passeggeri trasportati, siamo la regione con la percentuale più bassa – continua Andreani – perciò lo Stato ci invia minori risorse proprio perché abbiamo dati molto bassi di trasporto passeggeri». Dunque come fare per invertire il trend ed avviare un circuito virtuoso? «Bisogna riorganizzare il servizio – spiega Andreani – ad esempio attraverso il biglietto unico ed elettronico. L’utente vuole orari certi e un servizio di qualità, altrimenti preferisce prendere l’auto. E’ questo il punto». In ultimo, ma non meno importante, c’è la questione inerente la sicurezza degli autisti. Gli episodi di aggressione e di violenza che si sono verificati negli ultimi mesi ai danni dei trasportatori hanno acceso un riflettore inquietante su un problema in crescita. «Vogliamo le cabine protette e il pulsante di chiamata a bordo – incalza Polenta – il nostro personale non può più essere vittima della microcriminalità che imperversa sulle strade».