Ancona-Osimo

Tutti in pista, riparte la disco anche nelle Marche. Ecco le linee guida per i locali da ballo

Un altro passo verso la normalità, percepito da Francesco Rossetti, titolare di tre locali e referente di categoria per il Silb Confcommercio come un «segnale di speranza». Gli operatori chiedono però certezze e continuità

ANCONA – Dal governo i primi segnali di apertura verso un settore che ha patito più di tutti la pandemia. Le discoteche sono ferme da due anni, fatta eccezione per una breve parentesi durante l’estate. Ma da Roma arriva l’ok a riaccendere la musica. Quando? Da domani (10 febbraio) via libera al discodancing. In provincia i primi club a tornare operativi saranno il Mamamia di Senigallia e il Noir a Jesi che riapriranno al pubblico il 26 febbraio. Mentre il Miami a Marina di Montemarciano il 5 marzo.

Le nuove regole

La musica si riaffaccia nelle discoteche e nei club. Le insegne torneranno a brillare nel buio della notte. E la movida ci riporterebbe ad un periodo in cui tutto avremmo potuto immaginare, meno che una pandemia avesse stravolto la vita di un intero pianeta. Eppure eccoci qua. Ma pian piano, le restrizioni introdotte si allentano. Le discoteche, prime ad essere individuate come i luoghi di contagio, possono tornare a dare voce ai decibel. Ma in che modo? Le nuove regole prevedono una capienza al 50% per i locali al chiuso e al 75% all’aperto. Mascherine sempre indossate, tranne in pista durante il ballo. «Un segnale di speranza» commenta Francesco Rossetti, titolare dei tre locali (Mamamia, Miami e Noir) e referente di categoria per il Silb Confcommercio. Ma non mancano i dubbi: «Sui live non ci hanno ancora detto come dovremo comportarci – specifica Rossetti – mancano le linee guida sulle capienze delle sale da concerto».

Tutto sommato c’è ottimismo tra gli addetti ai lavori. Seppure con qualche riserva. «In questi due anni sono state fatte tante promesse – continua Rossetti – nessuna di queste è stata mantenuta. Siamo i più colpiti dall’emergenza sanitaria e siamo stati messi ai margini fin da subito. Adesso le istituzioni si mostrano più tenere nei nostri confronti, ma a che prezzo?».

Il duro colpo subito dalla categoria ha letteralmente messo in ginocchio un intero settore e un’intera classe di lavoratori. «Prima di ricominciare a programmare le nostre serate voglio vedere come si assesta la situazione – afferma Alessandro Sartarelli, titolare dell’agenzia di spettacoli Eventi Divertenti – siamo al lavoro sul periodo estivo. Se tutto va bene ricominceremo con i nostri party lungo la riviera del Conero. Ma in primavera non credo faremo nulla. Vogliamo essere sicuri che il governo garantisca la continuità».

La musica live

L’altro segmento che ha pagato un prezzo enorme alla pandemia è quello della musica dal vivo. Tutti i tour annunciati lo scorso autunno, in programma per la primavera, sono stati annullati o posticipati lungo l’estate. «Anche questo è un danno economico enorme di cui nessuno parla – puntualizza Rossetti – l’organizzazione dei concerti distribuisce lavoro a migliaia di operatori. È una filiera importante del nostro tessuto sociale, ma sembra non importare alle istituzioni».

Dell’arte e della musica se ne può fare a meno? A quanto pare no, visti i risvolti sociali di questa pandemia che ha rinchiuso tutti dentro quattro mura, lontani dalla socializzazione e dalla cultura. «Nel settore della musica dal vivo c’è parecchia incertezza – continua Rossetti – ma la voglia di ricominciare è tanta. E noi ci saremo». Parole che sottintendono un certo ottimismo e che lasciano ben sperare. Ora non resta che attendere le direttive da parte del governo. Dita incrociate.